"Leggete il
racconto, guardate come è vestita, guardate l'ambiente in cui è
inserita e vedrete che è il quadro, non è la donna realmente
esistita. Naturalmente questa non è una mistificazione, non è una
frode di tipo letterario, è soltanto un gioco molto sottile che fa
l'autore, cioè si tratta di una convergenza di due linee, di due
linee narrative che procedono da direzioni opposte. Da un lato la
volontà di recuperare qualcosa che è realmente esistito, perché
una lattaia di questo tipo probabilmente è esistita, anzi,
sicuramente è esistita a Coreno; dall'altro lato, però dall'età
adulta arrivano le suggestioni, la consapevolezza culturale, il
piacere della cultura, e - io direi - il bisogno della cultura. La
cultura, il piacere estetico, la contemplazione dei quadri come
necessità dell'anima, per sopravvivere in un mondo che probabilmente
non è più soddisfacente."
( da Il
critico letterario Roberto Tortora legge "Le stagioni della
lattaia" )