La ragione, direi anzi la necessità, che ha costituito la scaturigine
primordiale di questo libro, deriva dalla volontà di sgombrare il campo da
alcuni luoghi comuni che da molto, troppo tempo accompagnano il cinema
di Ingmar Bergman.
L'autore non ritiene accettabile, infatti, la posizione di rifiuto - quasi pregiudiziale - che molte persone (anche alcune di quelle che si auto- definiscono colte) assumono davanti alla pachidermica filmografia di Bergman, accampando come giustificazione, assai generica e frettolosa, la ragione secondo la quale i suoi film, sovente e tranne qualche rara eccezione, siano tristi, difficili da capire, noiosi, se non addirittura pericolosa causa di depressione psichica.
Ritengo, quindi, partendo dal semplice assunto che tutti noi finiamo per amare solo ciò che conosciamo, rifuggendo di conseguenza, da tutto ciò che ci è ignoto, sia importante divulgare, spiegandolo a chi lo ignora (appunto), il grande cinema di Bergman, e che la diffusione e la conoscenza siano un ottimo viatico alla piena e profonda comprensione delle tematiche in esso contenute.
Sicuro che - come mi piace dire - un mondo popolato da un gran numero di bergmaniani sarebbe certamente un mondo migliore di quello sul quale viviamo.
L'autore non ritiene accettabile, infatti, la posizione di rifiuto - quasi pregiudiziale - che molte persone (anche alcune di quelle che si auto- definiscono colte) assumono davanti alla pachidermica filmografia di Bergman, accampando come giustificazione, assai generica e frettolosa, la ragione secondo la quale i suoi film, sovente e tranne qualche rara eccezione, siano tristi, difficili da capire, noiosi, se non addirittura pericolosa causa di depressione psichica.
Ritengo, quindi, partendo dal semplice assunto che tutti noi finiamo per amare solo ciò che conosciamo, rifuggendo di conseguenza, da tutto ciò che ci è ignoto, sia importante divulgare, spiegandolo a chi lo ignora (appunto), il grande cinema di Bergman, e che la diffusione e la conoscenza siano un ottimo viatico alla piena e profonda comprensione delle tematiche in esso contenute.
Sicuro che - come mi piace dire - un mondo popolato da un gran numero di bergmaniani sarebbe certamente un mondo migliore di quello sul quale viviamo.
Nessun commento:
Posta un commento