Il critico letterario Roberto Tortora legge "Le stagioni della lattaia"
"Per il fatto che mi mandi tue cose senza nemmeno due parole di accompagnamento meriteresti la ghigliottina!
Ma il tuo spirito di eterno provocatore trova pace solo quando ti protendi nei tuoi scritti dove si ricompone -
non è che scompaia il "guerriero" che è in te - la tua razionalità (e
la parzialmente canonica dose di ponderazione) e si snoda lungo una
prosa colloquiale e "parlata" capace di rievocare stati d'animo, luoghi,
persone e storie con la freschezza di colui che è senza colpa alcuna
dei danni del mondo, candido della ingenuità del dire, dato che così è, e
così si racconta!
Tortora procede nelle analisi sul
tuo lavoro con stile idealistico d'impronta verista, che non esclude
quindi la ricerca della connessione tra idealità e realtà, procedimento
che trova un equilibrio assai complesso e difficile nella narrativa
contemporanea.Lasciamo una traccia che non è disconnessa, ma è integrale
del nostro tempo e il futuro saprà capire il nostro ruolo (ma noi non
lo sapremo!)."
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