lunedì 6 luglio 2015

il mio nuovo libro: Di Streghe e di Janare.

metto qui un lungo brano tratto dal prologo del mio nuovo libro:

DI STREGHE E DI JANARE





Le streghe popolano le notti insonni di tutti i bambini del mondo. Da tempo immemorabile rappresentano lo spauracchio per eccellenza di tutti i piccoli. Che dire di certe mamme che, come a volersi vendicare dei torti che loro hanno subito quando erano bambine, minacciavano di chiamare la strega ogni volta che i figli facevano i capricci? Al mio paese la strega si chiama janara. Un nome che condivide con tutta l’area centromeridionale d’Italia. Questo perché fino al 1927, anno in cui venne istituita la Provincia di Frosinone, Coreno Ausonio ricadeva nel territorio dell’Alta Terra di Lavoro, l’attuale provincia di Caserta, ergo regione Campania. Le notti insonni dei bambini del mio paese furono popolate, quindi, dalle janare. Contrariamente alle streghe, che hanno come corrispondente maschile gli stregoni o i maghi, la janare hanno, nella fantasia popolare del mio paese, come corrispondente maschile i popenari, cioè i lupi mannari. Nei cunthi re paora (i racconti di paura) degli anziani testimoni paesani infatti, si tratta di janare, se le protagoniste sono di sesso femminile; di popenari, se i protagonisti mostri sono di sesso maschile. Nel mio libro Le Stagioni della Lattaia si legge: “..solo dopo aver accudito l'animale Giovanni rientrava a casa - dove avrebbe provveduto finalmente a se stesso. La moglie Maria, sempre premurosa, badava a rifocillarlo. E quando non era impegnata ad atterrirci coi suoi racconti di popenari e ianare scodellava, per lui e per i figli e per me, quantità industriali di minestre calde, energetiche e saporite.” Si dice, poi, che chi avesse avuto la sventura di nascere la notte di Natale, alla mezzanotte precisa, fosse destinato a un futuro da lupo mannaro; se, invece, fosse nata una femmina quella bambina sarebbe stata una janara.

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