venerdì 17 agosto 2018

Due questioni di attualità

Voglio qui offrire due brevi riflessioni su altrettante questioni sollevate dall'attualità e dalla cronaca di questi giorni: 
1) la questione dei rapporti tra politica ed economia e imprenditori.
2) l'annosa questione dello Stato di Diritto.



   Sulla prima questione. 
   Specie ultimamente, ma da un paio di decenni ormai, quando penso a un signore sindaco di Firenze il pensiero mi corre a Giorgio La Pira; quando penso a un Presidente del Consiglio il pensiero mi corre ad Alcide De Gasperi. 
   Deformazione da vecchio democristiano? No! Certo che no! Deformazione di un appassionato alla vera democrazia e alla vera politica, quelle con la maiuscola; quelle fatte di passione civile, di etica e di preparazione profonda. 
   Esattamente tutto quello che oggi non c'è più. 
   Alcide De Gasperi, all'epoca, fine anni 40 inizi anni 50, aveva a che fare con un Presidente della Repubblica che si chiamava Einaudi, il primo vero Presidente della Repubblica, uomo di dottrina altissima, di impostazioni culturali eccezionali, noto nel mondo intero per la sua preparazione e per la sua etica. Per dire. 
   Molte volte mi è capitato di leggere o di ascoltare quando disse e poi scrisse, quante volte l'ho riletto: "l'economia è e deve essere ancella della politica". 
   Bisogna ricordare bene queste parole, "ancella", in latino - ancilla , serva: quindi in una vera democrazia sull'economia e sugli (im)prenditori deve prevalere la politica chiamata alla sintesi e al rispetto degli interessi di tutti non di pochi eletti; nonché agli interessi economici dei cittadini e non solo di una oligarchia aristocratica. Non deve prevalere l'economia che domina la politica e foraggia i politici. Proprio come succede oggi. 
   Allora, forse, la chiave per un modo nuovo di interpretare la democrazia sta proprio in questa piccola riflessione; sta in un rapido ritorno al passato migliore della nostra repubblica.

   Sulla seconda questione. 
   Lo stato di diritto è quella forma di Stato che assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà dell'uomo, insieme alla garanzia dello stato sociale. La sua sospensione equivale ad una perdita dei valori fondamentali della civiltà umana. Bene. Questo dovrebbe essere pacifico in dottrina. Ma la realtà è ben diversa. Lo sappiamo tutti ma alcuni fanno finta di non saperlo; alcuni di noi mettono la testa sotto la sabbia, come gli struzzi. 
   Oggi di fronte alla minaccia di questo governo di annullare la concessione delle autostrade ad Atlantia si invoca a gran voce lo Stato di Diritto. E non solo, si ammonisce il governo di aspettare l'operato della magistratura e il corso naturale della legge. Che in Italia tutti sanno corrisponde a tempi biblici. 
   E, allora, vorrei chiedere a questi moderni soloni: credete davvero di vivere in una nazione che garantisce, e a tutti, lo stato di diritto? 
   Se credete che sia così e la vostra risposta è si, vorrei parlare di alcuni casi in cui lo stato di diritto in Italia è già sospeso e avrei pure qualche ulteriore e semplice domanda da rivolgervi: 
   1) dov'è lo stato di diritto per i milioni di disoccupati in una repubblica che si proclama fondata sul diritto di tutti al lavoro? 
   2) E dov'è lo stato di diritto per i ca. 300.000 esodati procurati all'Italia dalla salvifica legge Fornero? 
   3) e dov'è lo stato di diritto di fronte all'inversione dell'onere della prova operato dal fisco nei confronti dei commercianti e degli artigiani costretti da anni agli studi di settori? 
   4) e dove va a finire il sacrosanto diritto alle cure e alla tutela della salute in un paese che non è in grado di garantire efficienza, professionalità e rapidità nella diagnosi, anche nel caso di malattie gravi?
   5) e ancora, dov'è lo stato di diritto quando equitalia arriva a pignorare la prima casa a un cittadino che non ha pagato, forse per indigenza, 2.000 euro di tassa comunale sull'immondizia?
   6) e, per finire, dov'è lo stato di diritto per i cittadini costretti a vivere con la pensione minima di 500 euro al mese?
   Qualcuno è in grado di rispondere? Credo di no!
   E quelli citati sono solo alcuni casi, i primi che mi sono venuti in mente, in cui lo stato di diritto viene calpestato in Italia, ma ce ne sarebbero ancora decine e centinaia se non, addirittura, migliaia. 
   Infine voglio chiudere ricordando che proprio a Genova, in occasione del G8 svoltosi tra il 19 e il 22 luglio del 2001, ci fu una delle più clamorose violazioni dello stato di diritto perpetrato dai governanti italiani nei confronti dei suoi stessi cittadini con quello che è passato alla storia (anche quella giudiziaria) come il massacro della scuola Diaz. 
   Amen!


smr

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