In relazione alle polemiche scatenatesi intorno al caso di Greta Thunberg e alla sua campagna contro i cambi climatici e a favore dell'ambiente (meglio specificare), mi pare sia il caso di riproporre integralmente il suo discorso, quello che l'ha consegnata alle cronache internazionali, tenuto a Katowice, in Polonia, in occasione della ventiquattresima Conferenza delle Parti sul Clima (COP24) nel dicembre del 2018.
Non penso che l'abbiano letto tutti. Anzi, penso che lo abbiano letto in pochi. E, allora, leggiamolo!
“Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia. Parlo per conto di Climate Justice Now. Molte persone dicono che la Svezia è solo un piccolo Paese e non importa quel che facciamo. Ma ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. E se alcuni ragazzi ottengono attenzione mediatica internazionale solo perché non vanno a scuola per protesta, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente. Ma per fare ciò dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. Voi parlate solo di una infinita crescita della green economy, perché avete troppa paura di essere impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno di emergenza. Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno, anche questo fardello lo lasciate a noi bambini. A me, invece, non importa di risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e del pianeta. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare ad accumulare un'enorme quantità di profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. É la sofferenza di molti a garantire il benessere a pochi. Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi. Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi se non la trattiamo come tale: dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza. E se le soluzioni sono impossibili da trovare all'interno di questo sistema significa che dobbiamo cambiare il sistema. Non siamo venuti qui per pregare i leader di occuparsene. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.
Il vero potere appartiene al popolo. Grazie.”
(Greta Thunberg)
Ora, onestamente, io non lo so se dietro l'appello accorato di Greta Thunberg "Salviamo il mondo dai cambiamenti climatici, salviamo l'ambiente! Ci resta poco tempo." ci sia o possa esserci la ricerca di pubblicità gratuita globale per la prossima uscita del libro della madre (la abbastanza famosa cantante Malena Ernman che, nel 2009 partecipò anche all’Eurovision e che vanta diverse apparizioni televisive) e nemmeno se il grande stratega di questa campagna sia Ingmar Renzhog, esperto di marketing e di pubblicità, che avrebbe sfruttato a sua volta l’immagine della ragazza per lanciare la sua start up. Io rispetto tutte le posizioni, anche quelle più critiche; anche quelle che gridano al complotto globalista che, però, andrebbe provato e non solo paventato. Ma due cose le so e sono certe. Una è la validità, la fondatezza, la ineludibilità e anche l'urgenza del messaggio di Greta; l'altra la spontaneità della mobilitazione giovanile. Entrambe le cose dovrebbero darci una nuova speranza; dare una nuova speranza al Mondo, invece che provocare sospetto e farci avanzare riserve. Tutto il resto è ciarpame ed ha un nome, si chiama dietrologia, uno sport molto diffuso, non solo in italiano ma anche a livello mondiale, che rischia di soppiantare, in quanto a notorietà, il calcio. Checché se ne dica, la piccola Greta ha fatto il culo ai grandi. Anche a Trump. Nonostante questo e nonostante tutto il resto, nel bieco tentativo di screditarla, alcuni media hanno anche pubblicato delle foto nelle quali Greta è ritratta mentre fa colazione con cibi confezionati nella plastica. Altro che green economy. SIC!
E che argomentazione è, da parte dei vari detrattori delle manifestazioni giovanili, quella secondo la quale i giovani intervistati non sanno spiegare cos'è il buco nell'ozono? Come se tutti i manifestanti dovessero essere fisici o meteorologi? Sarebbe come se a tutti i manifestanti per o contro le riforme costituzionali si richiedesse di aver superato l'esame universitario di diritto pubblico o costituzionale. SIC!
E che argomentazione è, da parte dei vari detrattori delle manifestazioni giovanili, quella secondo la quale i giovani intervistati non sanno spiegare cos'è il buco nell'ozono? Come se tutti i manifestanti dovessero essere fisici o meteorologi? Sarebbe come se a tutti i manifestanti per o contro le riforme costituzionali si richiedesse di aver superato l'esame universitario di diritto pubblico o costituzionale. SIC!
Tirando le somme, per concludere, nel caso di Greta Thunberg e del suo messaggio, io direi che basterebbe guardare la luna e non il dito che indica la luna; basterebbe prendere per buona la finalità, l'obiettivo che ne fa una causa più che giusta e lasciar perder tutto il contorno mediatico che potrebbe anche essere superfluo, se non inutile.
Un ultimo inciso. Come al solito intorno al fenomeno mediatico di Greta e al suo messaggio si sta incrostando tutto il meglio e tutto il peggio di cui gli esseri umani moderni sono capaci, sul web e fuori dal web; io non faccio molta differenza: se uno è stronzo lo può essere fuori e dentro il web. Anche se bisogna ammettere che nel web ci si divide: si è haters o si è lovers, di qualcuno o di qualcosa. Ho letto da qualche parte che Greta Thunberg sarebbe una icona creata a tavolino da Soros e dai globalisti. SIC! Qualche ambientalista da salotto più sopraffino si sarebbe addirittura scandalizzato per aver visto Greta bere da un bicchiere di plastica. Che pesta la colga!
Allora, l'appello che faccio è questo. Scordiamoci di Greta Thunberg e del suo cerchi magico (ammesso che ne abbia uno; noi che ai cerchi magici siamo abituate, eccome!) e concentriamoci solo sul messaggio, sulla sua utilità, sulla sua fondatezza e sulla sua urgenza.
Invece, fra tutti gli episodi ai quali tutti dovremmo applaudire mi piace ricordare la enorme mobilitazione spontanea degli studenti italiani che, venerdì 15 marzo, sono scesi in piazza. Non so voi, ma io ho avuta la perniciosa impressione che alcuni presidi e alcuni professori si sarebbero incazzati di meno se avessero saputo che i loro studenti avevano disertato le lezioni per aver fatto semplicemente sega, invece che per essersi mobilitati in massa, invadendo le piazze e sfilando al centro delle città più grandi per una causa giusta se non sacrosanta. Qualcuno accusa i giovani moderni di essere tra i maggiori responsabili dell'inquinamento. Poveracci! Hanno preso gli stessi vizi dei genitori. Tra gli episodi, invece, di cui tutti dovremmo vergognarci mi piace ricordare le dichiarazioni cervellotiche e gratuite, ineleganti e violente, scorrette e fuori luogo di due suffragette del polically in-correct, di due vecchi arnesi dello showbizz, sprezzanti del ridicolo e in cerca di un ultimo barlume di visibilità per il loro ego in delirio e in declino: Rita Paone (ex-cantante, ex-peldicarota, ex-gian burrasca) e Maria Giovanna Maglie (ex-giornalista). La prima ha detto di Greta: "Quella 'bimba' con le treccine che lotta per il cambio climatico, non so perché ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror...".; la seconda: "Greta Thunberg? Se non fosse malata la metterei sotto con l'auto." Poi, come se nulla fosse, entrambe hanno cercato di cancellare la memoria delle loro tristi gaffes chiedendo scusa: ma troppo tardi, intanto avevano entrambe perso l'occasione per tenere la bocca chiusa. E per evitare di mostrarci le loro (quelle si) brutte facce.
L'ultima puttanata eccellente non poteva che spararla Vittorio Feltri. Credendo di aver fatto il battutone dal suo salotto dorato ha tuonato: "Greta Thunberg si lamenta del riscaldamento globale quando abita in Svezia che è una nazione notoriamente fresca!"
Allora, l'appello che faccio è questo. Scordiamoci di Greta Thunberg e del suo cerchi magico (ammesso che ne abbia uno; noi che ai cerchi magici siamo abituate, eccome!) e concentriamoci solo sul messaggio, sulla sua utilità, sulla sua fondatezza e sulla sua urgenza.
Invece, fra tutti gli episodi ai quali tutti dovremmo applaudire mi piace ricordare la enorme mobilitazione spontanea degli studenti italiani che, venerdì 15 marzo, sono scesi in piazza. Non so voi, ma io ho avuta la perniciosa impressione che alcuni presidi e alcuni professori si sarebbero incazzati di meno se avessero saputo che i loro studenti avevano disertato le lezioni per aver fatto semplicemente sega, invece che per essersi mobilitati in massa, invadendo le piazze e sfilando al centro delle città più grandi per una causa giusta se non sacrosanta. Qualcuno accusa i giovani moderni di essere tra i maggiori responsabili dell'inquinamento. Poveracci! Hanno preso gli stessi vizi dei genitori. Tra gli episodi, invece, di cui tutti dovremmo vergognarci mi piace ricordare le dichiarazioni cervellotiche e gratuite, ineleganti e violente, scorrette e fuori luogo di due suffragette del polically in-correct, di due vecchi arnesi dello showbizz, sprezzanti del ridicolo e in cerca di un ultimo barlume di visibilità per il loro ego in delirio e in declino: Rita Paone (ex-cantante, ex-peldicarota, ex-gian burrasca) e Maria Giovanna Maglie (ex-giornalista). La prima ha detto di Greta: "Quella 'bimba' con le treccine che lotta per il cambio climatico, non so perché ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror...".; la seconda: "Greta Thunberg? Se non fosse malata la metterei sotto con l'auto." Poi, come se nulla fosse, entrambe hanno cercato di cancellare la memoria delle loro tristi gaffes chiedendo scusa: ma troppo tardi, intanto avevano entrambe perso l'occasione per tenere la bocca chiusa. E per evitare di mostrarci le loro (quelle si) brutte facce.
L'ultima puttanata eccellente non poteva che spararla Vittorio Feltri. Credendo di aver fatto il battutone dal suo salotto dorato ha tuonato: "Greta Thunberg si lamenta del riscaldamento globale quando abita in Svezia che è una nazione notoriamente fresca!"
"Il vero potere appartiene al popolo!" (G.T.)
Peccato che il popolo non perda mai l'occasione di mostrare di non saperlo.
smr
Nessun commento:
Posta un commento