giovedì 8 ottobre 2020

Sua maesta' Fammera, la grande montagna incantata.

               Fammera, la grande montagna incantata.


Vecchia montagna incantata, che sovrasta la valle, col petto squarciato. Osservi ferma e impassibile, i nostri peccati di uomini. Mentre lanci il tuo lungo sguardo fino alla frontiera lontana dell’ultima Terra di Lavoro. Fino al Massico, che hai di fronte. Tu non avrai mai stracci da far volare, o da nascondere alla vista. Tu - a noi - nascondi il sole - alla fine di ogni santo giorno - mentre aspetti che la luna esangue si alzi nel cielo. Poi ci nascondi anche quella.Più alta di te, solo la pigra bellezza di un cielo screziato, d’argento e d'arancio.Poi aspetti d’inalare dall'aria l’odore dei mandorli in fiore e l'inebriante profumo dei tigli. In basso - ai tuoi piedi - l'umile, piatta, rumorosa vallata, con tutti i verdi cangianti e i suoi aspri frutti. Tu la domini altezzosa, restando sempre in silenzio. Terra di uomini dannati alla morte, terra ignorante di contadini grulli. Tu continua a distrarci dai dolori del mondo, dall'umana pazzia e dalla maledizione delle pietre urlanti - più nemiche che amiche - degli uomini, sempre in segreto, maligno fermento. Tu continua a guardare, dritto negli occhi, la nostra calca pazza. Incombi sulla valle, che prima era di un fiume, ma oggi è popolata solo di viaggiatori ansiosi, passeggeri di mare, di sabbia e di sale. Indica l’ora - al viandante - col tuo unico neo bianco. Cambia pure i tuoi colori, sotto il sole feroce, come sotto la pioggia battente, ma non mutare mai forma. E non andare mai via dai nostri occhi.


Nessun commento:

Posta un commento