Il signore a sinistra nella foto che correda questo post è mio padre: uno dei personaggi dei quali mi occupo nella mia raccolta di racconti.
Ma quì non voglio parlare di lui.
Voglio, invece, raccontarvi un curioso aneddoto, che riguarda il signore alto che gli è vicino: Pasquale Casatelli, un imprenditore, ormai in pensione, suo amico.
Venne al mio negozio, qualche giorno prima di un Natale di due o tre anni fa.
Recava in mano proprio una copia di questa stessa foto, nell'altra il cappello che si era tolto, per rispetto. Non per me - ci mancherebbe - ma per la solennità che intendeva creare per l'occasione.
Mi si rivolse con la sua voce stentorea, in dialetto frattese, che, per fortuna non mi era sconosciuto, anzi.
"Vagliò! La viri stà fotografia?"
"Eccome no! - risposi - sei tu con papà".
Proseguì - "I e sct'ome cà - e indicò mio padre - co gliu pallone, na cinquantina r'agni fà, amo fatta fà pace agli Curenisi e agli Frattisi. Sennò chigli zulù ancora se stariano a piglià a sassate".
Poi, mi lasciò la foto tra le mani e, come se nulla fosse, si girò di spalle, imboccò la porta, si rimise il cappello sulla testa, si alzò il bavero del cappotto sul viso e, senza nemmeno aspettare che lo ringrazziassi, andò via nel nevischio. In un attimo era scomparso nel buio della sera.
E, allora, io continuo a farmi una domanda che mi faccio sempre e per la quale non ho ancora trovata una risposta ragionevole:
perchè una volta i paesi erano pieni di personaggi così straordinari nella loro ...ordinarietà e oggi, invece, sono pieni solo di mezze seghe?
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