Dalla Pontina al centro di Sabaudia, dopo aver fatto la grande rotonda di nuova costruzione girando a sinistra direzione Latina, si percorre una striscia d'asfalto dritta come un fuso, lunga qualche chilometro e non più larga di 5 o 6 metri.
Questo nastro srotolato d'asfalto nero attraversa una vasta zona pianeggiante tutta coltivata e piena di serre.
Un mio amico della zona qualche anno fa mi diceva che la vendita al Mof di prodotti coltivati in ognuna di quelle tende opache, stondate e torride poteva rendere fino a 25 milioni l'anno.
Oggi non lo so se è la stessa cosa: ma a giudicare dalle belle casette, in alcuni casi vere e proprie villette, i cui ingressi affacciano direttamente sulla strada, sembrerebbe che non rendano di meno.
Dopo un paio di chilometri attraverso un'afrore intenso e irrespirabile di letame, si passa un'altra rotonda, si gira a destra e ci si infila su un vialone d'ingresso largo una ventina di metri che porta dritti dritti al Municipio.
Classico esempio di architettura "Littoria" degli anni trenta, anzi esempio del cd. "razionalismo italiano", la Torre Civica a pianta quadrata è la costruzione più alta della città, l'unica alta: tutt'intorno alla piazza che domina sono tutte case a due massimo tre piani.
Nei ricordi che Bernardo Bertolucci dedica ad Alberto Moravia si parla di Sabaudia.
Moravia e il padre del regista si recarono, portando con se il giovane Bernardo, sul litorale della città pontina per cercare una casa da comprare, possibilmente a ridosso delle dune.
Era il 1958.
A distanza di vent'anni Bertolucci torna a Sabaudia per girare il suo film "La Luna" e "...la città dell'orribile architettura fascista, diventa bellissima."
Ovviamente in città non c'è un centro storico: non può esserci in una città senza storia, fondata durante il Ventennio fascista esattamente nel 1934, all'epoca della Bonifica della Pianura Pontina.
I turisti in cerca di stradine lastricate e musei a cielo aperto possono astenersi dal raggiungerla.
Tuttavia ci sono altri motivi per andare a Sabaudia.
A parte quelli commerciali che hanno spinto me stamattina, ne trovo almeno altri quattro o cinque, tutti plausibili : il mare d'estate, balneabile, azzurro, pulito e bellissimo; il mare d'inverno, anzi la spiaggia, da percorrere lentamente aspirando salsedine o di corsa, o anche in bici e a cavallo (ci sono ancora le dune); la casa di Paolini e Moravia (una "casa molto semplice: un cubo, idealmente diviso in due: un cubo con una terrazza a sinistra e una a destra. "Pier Paolo aveva la parte sinistra guardando dal mare e Alberto la parte destra." Scrive sempre Bertolucci); il Parco Nazionale del Circeo; il pesce fresco cucinato al momento nei numerosi ristoranti della zona; i prodotti della terra e la mozzarella di bufala.
SMR
P.S. metto qui un interessante contributo filmato, tratto da YouTube, che riguarda Pasolini e Sabaudia.
La sera del 7 febbraio 1974 la Rai tv trasmise un nuovo, breve documentario della serie "Io e...",
intitolato "Pasolini e ... la forma della città", a cura di Paolo Brunatto. Nelle ultime immagini, mentre si chiudeva il documentario e dopo aver camminato nervosamente tra le dune di Sabaudia,
all'improvviso Pasolini si fermò, esponendo alla telecamera il pallore di un volto sofferto e scavato,
e denunciando con assoluta sincerità e asciutta drammaticità, decisamente inabituali per i telespettatori di allora (e di oggi) l'appiattimento culturale,la devastazione estetica
e l'imbarbarimento civile a cui ci avrebbe inevitabilmente portato la societa' dei consumi concepita dalla repubblica post-fascista e in generale da tutti i "regimi democratici" contemporanei.
intitolato "Pasolini e ... la forma della città", a cura di Paolo Brunatto. Nelle ultime immagini, mentre si chiudeva il documentario e dopo aver camminato nervosamente tra le dune di Sabaudia,
all'improvviso Pasolini si fermò, esponendo alla telecamera il pallore di un volto sofferto e scavato,
e denunciando con assoluta sincerità e asciutta drammaticità, decisamente inabituali per i telespettatori di allora (e di oggi) l'appiattimento culturale,la devastazione estetica
e l'imbarbarimento civile a cui ci avrebbe inevitabilmente portato la societa' dei consumi concepita dalla repubblica post-fascista e in generale da tutti i "regimi democratici" contemporanei.
http://www.youtube.com/watch?v=e6ki-p1eW2o&feature=g-vrec
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