mercoledì 30 gennaio 2013

Storie di paese.

Nei paesi piccoli come il mio, di solito, non ci sono pescherie.
Dice che non fanno affari.
Gli affari da noi li fanno, invece, i pescivendoli ambulanti, quelli che vanno in giro col furgone, e portano il pesce fresco pescato nel braccio di mare compreso tra il Golfo di Gaeta e le isole Ponziane.
E' una cosa che non ho mai capita e non capirò mai: la gente compra il pesce dagli ambulanti ma alcune pescherie aperte negli ultimi anni nei paesi limitrofi, ad Ausonia o a Sant'antonio, ad esempio, hanno chiuso perchè vendevano poco e non conveniva restare aperti.
Delle due l'una o il lavoro andava veramente male, e quì sta il mistero, o volevano arricchirsi in fretta e facevano quel lavoro pure senza passione.
Allora, in entrambi i casi, hanno fatto bene a chiudere.

Al mio paese di pescivendoli ambulanti ce ne vengono tre.
Due sono indigeni: Gegè e Michele.
Michele è figlio d'arte.
Prima di lui c'era suo nonno.
Si chiamava come lui: Michele Coletti.
Era amico e coetaneo di mio nonno, dopo il lavoro giocavano a carte insieme al bar di Cardillo in piazza.
Michele andava a Formia, comprava il pesce fresco e poi veniva a venderlo a Coreno.
Il suo slogan era un doppio senso allusivo, un po greve ma simpatico e, sembra, pure efficace:
"Femmene, accorrete! Accorrete! E' arrivato Zì Michele, porta il pesce fresco, quello che fa bene e non fa crescere la pancia."
I figli avevano tradito la strada che lui aveva intrapreso: erano diventati macellai.
Erano stati la sua nemesi.
Forse dolorosa, sicuramente più ricca.
Il nipote ha ripreso la sua strada, para para, e l'ha rinverdita.
Il venerdì è al mercato di Coreno, ha il suo furgoncino frigorifero con le porte posteriori aperte e il banchetto davanti pieno di pesce fresco che vende anche a prezzo onesto.
La madre lo aiuta, fa la cassiera, incarta la merce, la imbusta, te la porge con una mano e prende i soldi con l'altra mano tesa.
Di Gegè, invece, so poco.
Pare che abbia intrapreso la carriera di pescatore al seguito del suocero, pescatore di lungo corso al porticciolo di Caposele a Formia.
Lui passa il giovedì, ma il giovedì è il mio giorno di chiusura, e di solito esco, per questo non c'incrociamo mai. Peccato!
Anche lui, dicono, usa portare pesce fresco a buon prezzo.
Qualche volta mi è capitato di assaggiare quello preso e cucinato da mia madre, che lo compra direttamente lei, aspettando che passi sotto casa o se lo fa prendere dalla vicina di casa Filomena, che è pure la zia di Gegè.

Il mercoledì mattina, puntuale come uno svizzero, invece arriva il terzo, quello che viene da fuori: Franco, da Castelforte.
E' grosso, con una coppola e barba bianca curata da capitan Findus e un'aria un po svagata. Ma è solo apparenza.
In realtà sta molto attento al peso e ai suoi affari.
ogni tanto quando spendi una bella sommetta ti aggiunge, senza che ne accorgi, una bella manciata di gamberetti freschissimi.
Anche lui porta il pescato del Tirreno con un furgoncino frigorifero bianco.
Sta immancabilmente qualche minuto prima delle 10 davanti al mio negozio, annunciato dalla musica dell'altoparlante e dalla sua voce gracchiante che invita a scendere in strada.
Le donne, ovviamente!
Pare che i pescivendoli, per tradizione, abbiano un buon rapporto solo con le donne.

Anche lui vende pesce freschissimo ad un ottimo prezzo.
Io prendo di solito qualche trancio di salmone, o i calamari da fare fritti ad anellini, o le vongole se ho voglia di una spaghettata o anche del Persico, per il fish&chips fritto in pastella, che mi ricorda tanto i pub inglesi.

smr

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