sabato 31 agosto 2019

Tre storie estive di... Cancro.

L'estate sta finendo.
L'estate è la stagione del divertimento e del sole, del mare e dei sandali, dei viaggi e delle vacanze, della pizza della birra e dei gelati.
L'state è a stagione delle partenze e anche dei ritorni.
Per questo è anche la stagione dei ricordi, dei souvenir e delle nostalgie.
Ognuno di noi si porterà dietro qualcosa da questa estate o di questa setate.
Io di questa estate mi porterò dietro e ricorderò in particolare tre storie di cancro.
Le storie diverse ma uguali di tre persone che loro malgrado si sono imbattute nella malattia cancro. 
Le storie di alcune persone famose che hanno lottato contro il cancro, oppure che hanno avuto famigliari malati che non ce l'hanno fatta. 
Nadia Toffa è una di quelle persone che non ce l'ha fatta. 
Sinisa Mihajlovic sta lottando. Tutti, compreso me, si augurano che possa farcela.
Louis Enrique non si è ammalato ma ha assistito, testimone impotente, alla diagnosi, alla veloce malattia della figlioletta Xana e a tutte le cure cruente alle quali essa è stata sottoposta in cinque mesi di dura e dolorosa malattia, infine, svigorito e indifeso, alla sua morte, esperienza devastante.
Ho voluto ricordare ognuna delle tre storie con un breve post pubblicato sul mio diario di FB. Le ho considerate emblematiche e pertanto degne di essere ricordate. 
Le tre storie mi hanno anche ricordato (non poteva essere altrimenti) il calvario di Patrizia, mia moglie, morta anche lei di cancro nel gennaio del 2018.





Storia Estiva di Cancro n.1




Nadia Toffa è morta. Era ammalata di cancro, cancro al cervello. Non so se il suo era un glioblastoma o un astrocitoma. Ma so che era malata solo da un anno e mezzo. Probabilmente, al momento della diagnosi, era già metastatica. Cioè il suo cancro originario era già migrato e diffuso in altri organi lontani dal cervello. Oppure il suo cancro era di una forma assai aggressiva e infiltrante, perché non esiste un solo cancro ne esistono molte forme ed ogni cancro è diverso da paziente a paziente. 
A causa della sua notorietà televisiva Nadia Toffa era diventata una icona della lotta al cancro. Grazie al suo sorriso e alla sua simpatia e alla sua grazia e alla sua autoironia aveva dato l'impressione che ce l'avrebbe fatta. Che sarebbe riuscita a sconfiggere agevolmente e velocemente la sua malattia. 
Non è stato così, purtroppo. Chi ha una minima esperienza, diretta o anche indiretta, della malattia cancro sa quale lunga e dura guerra ogni paziente sta combattendo; sa che ogni battaglia sarà durissima e che richiede forze fisiche e mentali e anche aiuto e supporto esterno per essere vinta, tappa dopo tappa. Chi ha un po' di esperienza sa anche che ci vuole tanta ma tanta fortuna. E anche quando i malati di cancro sembrano vivi, vivaci, forti, sorridenti e reattivi, dietro di loro, meglio, dentro di loro c'è lo scoramento, la debolezza, la paura, la sofferenza, il dolore, la morte. 

R.I.P. Nadia. Saluta Patrizia, dalle un bacio per me.



Storia Estiva di Cancro n.2





Sinisa Mihajlovic, in lotta contro la leucemia ma pronto ad andare ugualmente in panchina, ieri. Il cappellino in testa, la tuta del Bologna, il volto dimagrito e il consueto sguardo deciso e indomito: 40 giorni dopo l’annuncio della sua leucemia, Sinisa è sceso in campo a Verona per guidare dalla panchina la sua squadra all’esordio in serie A. 
Sinisa è un eroe? Non lo so se è un eroe oppure no. Probabilmente, anzi sicuramente, è uno che non si arrende. Che lotta. Che non vuole essere compatito. Che vuole guarire. Che vuole sconfiggere il cancro. Che vuole sopravvivere. Anche se tutto questo è difficile e non dipende solo dalla forza d'animo. 
Io penso, anzi sono convinto, che tutti i malati di cancro finiscano per essere degli eroi. Sono degli eroi per caso tutti quelli che si trovano a vivere con il cancro addosso, perché combattono quotidianamente: contro il cancro; contro la medicina incapace; contro il dolore; contro la chemio-terapia; contro lo scoramento; contro gli sguardi di commiserazione degli altri che li vedono emaciati e sofferenti e indeboliti. 
E penso che un po' siano degli eroi casuali anche quelli che combattono al fianco dei malati, condividendo quotidianamente i loro scoramenti, le loro lamentele; offrendo un braccio al quale appoggiarsi, una spalla sulla quale piangere, un abbraccio d'amore e di solidarietà. Forza Sinisa. 
Forza a tutti i malati di cancro. 
Forza a tutti quelli che aiutano e supportano ogni giorno un malato di cancro.


Storia Estiva di Cancro n.3




Lei si chiamava Xana e aveva solo 9 anni. E' morta per un cancro alle ossa: l'osteosarcoma. Un nome che già solo a sentirlo incute terrore. L'osteosarcoma può verificarsi a qualsiasi età, ma la maggior parte dei casi interessa bambini e giovani adulti, tra i 10 e i 30 anni.

Lui è Louis Enrìque, il padre di Xana, ed è uno sportivo famoso: ex calciatore, allenatore e CT della nazionale spagnola. 
Da qualche mese aveva lasciato l'incarico per stare vicino alla figlia malata e seguire passo dopo passo le terapie della sua bambina, la sua stella. 
Il dramma è durato soltanto cinque mesi. Il cancro è stato inarrestabile. Ieri, inesorabile, è arrivata la morte. Fine di una storia. Fine di un'altra storia triste. Protagonisti altri due eroi per caso. Altri due che eroi non volevano essere eroi. Volevano solo vivere la loro vita naturalmente. 

"Ci mancherai molto Xanita – ha avuto la forza di scrivere Luis Enrique di sua figlia – ma ti ricorderemo ogni giorno della nostra vita nella speranza che ci incontreremo di nuovo in futuro. Sarai la stella che guida la nostra famiglia".

Un'altra grande, giovanissima, bellissima stella, che non si sa se si è accesa ieri o si è spenta definitivamente. 

Un altro piccolo giovanissimo angelo volato in cielo, ma senza che lo avesse mai chiesto. 

Ma in paradiso forse mancano gli angeli?
Chissà se tra gli dei oggi c'è qualcuno indignato che piange per la piccola Xana?

Continua...

smr

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