lunedì 4 giugno 2012

ESERCIZI DI PAESOLOGIA: PRIVERNO, TERRACINA, SPERLONGA.

Oggi la mia cavalcata paesologica si svolge totalmente in provincia di Latina.
La meta della prima mattinata è Priverno.
Per raggiungerla più velocemente, una volta superata Terracina, consiglio d'imboccare la vecchia Via Appia (Regina Viarum) e, al primo svincolo, svoltare a destra, per percorrere la nuova superstrada Terracina-Prossedi: un nastro d'asfalto a sole due corsie, un po stretto in alcuni tratti, ma senza grande traffico, quindi abbastanza scorrevole.
Dalla costa porta nell'entroterra e, incuneandosi tra i Monti Lepini e attraversando la Valle dell'Amaseno, arriva fino a Frosinone, nel cuore della Ciociaria Felix.
Percorrendo la stessa strada si ha la possibilità di raggiungere l'Abbazia di Fossanova che ha una sua uscita dedicata, ben indicata e visibile, e che consiglio vivamente di visitare.
Dopo qualche chilometro dall'Abbazia, che si vede benissimo in basso a sinistra, si esce dalla superstrada per raggingere l'abitato di Priverno.
Non è difficile arrivarci, perchè nonostante le strade siano strette, le indicazioni sono buone e doviziose e pure se non ci fossero, la città si vede benissimo in alto a sinistra, maestosa e ritta sulla sommità della collina sulla quale è stata fondata.
Bisogna percorrere ancora 4/5 km dalla periferia della città fino al centro storico.
Ma prima d'iniziare la salita bisogna stropicciarsi gli occhi, alla vista di un mega edificio giallo, un cubo informe, grande quanto brutto.
Sembra un enorme insediamento di miniappartamenti costruiti dall'ex istituto case popolari. 
Bisognerebbe appuntare una medaglia sul petto dei progettisti per averla fatta in barba a tutte le più ovvie e comuni norme d'impatto ambientale e poi radiarli dall'albo perchè non commettano altri danni simili su nessun altro paesaggio.
Il centro della città, tutti i muri e tutti i pali, sono tappezzati di locandine colorate formato A4: mi avvicino e scorgo i volti sorridenti di due giovani che si sono sposati di recente: certamente non erano ....esibizionisti (noo!) e altrettanto certamente non sanno cosa li aspetta tra solo qualche decennio.
Dappertutto vedo delle svolazzanti bandiere colorate.
In barba anche al lutto nazionale deciso per la giornata di oggi.
Non sono nè listate a lutto nè a mezz'asta.
Chiedo in giro di che si tratta.
Mi rispondono che dal 2 al 9 Giugno qui si festeggia  il Palio del Tributo: dal XVI ° secolo le contrade e i paesi vicini sorti sul suo territorio (Roccagorga, Prossedi, Sonnino, Maenza e Asprano) erano obbligati a versare a Priverno il loro tributo.
Se sapessero che ora c'è chi festeggia....!
Da vedere, magari percorrendo a piedi il decumano centrale, che parte dalla Piazza nuova e arriva fino alla Porta Napoletana, il Palazzo del Municipio e gli altri numerosi Palazzi antichi che contornano la Piazza Centrale, ospitante la famosa Fontana dei Delfini; i Musei della Matematica, l'Archeologico, gli Storici Archivi Comunali.


Vado via da Priverno.
Per tornare indietro imbocco a ritroso la Prossedi-Terracina e mi dirigo verso il mare.
Ai piedi dei Monti Ausoni, proprio alla fine della Pianura Pontina, attraverso un restringimento naturale tra montagna e mare, entri nel centro abitato di Terracina.
Un'altra bella cittadina che si svolge, per la parte nuova, quasi tutta sul lungo vialone che l'attraversa praticamente da Nord a Sud.
La parte più interessante dal punto di vista storico-architettonico è, ovviamente, quella che sale verso la collina fino alla Cattedrale in stile Romanico e al maestoso Tempio di Giove Anxur.
Quel tempio mi evoca un ricordo che non fa mai a meno di procurarmi una punta di dolore.
Anni fa, proprio lì morì un mio amico, un agente di commercio di Pontecorvo, schiantandosi a terra subito dopo il lancio col parapendio.



Percorrendo abbastanza lentamente la strada principale, che correndo longitudinalmente, taglia esattamente a metà la parte più commerciale di Terracina, quindi quella meno interessante e più trascurabile, stesa noiosamente tra la collina e il lungo litorale, e poi un tratto della strada litoranea che in certi punti sembra buttarsi tra le onde, ci si raccorda alla Via Flacca.
Proseguendo poi la suggestiva Riviera d'Ulisse si arriva a Sperlonga.
La vera perla di tutto il litorale.
Il nome deriva, s'intuisce facilmente, da speluncae: grotte, per via delle numerose grotte disseminate sul suo territorio, anche dalla parte del mare.
Si entra nel centro abitato dal basso, percorrendo il lungomare verso la piazzetta bassa dalla quale parte la breve salita, appena due tornanti, che porta al belvedere e alla parte alta.
Il colpo d'occhio di questo graziosissimo centro turistico visto dal basso è davvero spettacolare.
Un muro di casette tutte bianche con infissi di legno colorati e terrazini fioriti.
Altrettanto spettacolare il panorama marino, da sud ad est, che si stende sotto i vostri occhi se provvedete a raggiungere la parte alta della cittadina, che ospita, ovviamente anche il centro storico, al centro esatto del borgo marinaio.
L'incantevole, magica visione di un tramonto sul mare visto dal belvedere alto o, meglio ancora, dalla vertiginosa parte finale della strada che da Sperlonga porta alla Itri di Fra Diavolo (perciò detta confidenzialmente Sperlitri, dagli indigeni)  vale da sola una puntatina a Sperlonga.
La particolarità di Sperlonga è che, dalla parte alta del paese, costruita su uno sperone di roccia alto una cinquantina di metri, scendono ripidi verso il mare, tutta una teoria di vicoletti, scalette, portici, viuzze, porticati con soffitti a volta, che raggiungono, a volte intersecandosi e formando veri labirinti, la spiaggia sottostante e il Castello, una caratteristica torre d'avvistamento bianca, recentemente ristrutturata.
Lungo il percorso si possono ammirare le vecchie casette dei pescatori tutte imbiancate a calce, le cui pareti, quando non sono percorse da glicini e buganvillee profumatissime, sono coperte da murales variopinti.
Altra particolarità di Sperlonga: era un noto centro balneare, conosciutissimo ed apprezzato fin dai tempi degli antichi romani e finanche dall'Imperatore Tiberio, del quale, anni fa è stata scoperta la villa sul mare e totalmente recuperato ciò che ne restava, comprese il ninfeo, le piscine e gli allevamenti di murene in mare.
Ovviamente esiste anche un Museo Tiberino, dedicato appunto all'imperatore ed inaugurato agli inizi degli anni '60.
Puoi essere stato a Sperlonga anche mille volte, ma si lascia, sempre, col desiderio di tornarci al più presto.
ù



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