Alla
fine del 1700
Coreno era villa,
casalis et pertinentia di Fratte. Un
paese piccolo ma esteso, diviso in tanti piccoli rioni, in parte
spalmati su un altopiano, in parte arroccati sulla costa rocciosa di
una montagna, che portavano il nome degli edificatori primordiali.Terra
di ulivi e roveri; terra di ghiande
e di carrube; terra di
viti, d'uva e di vino; terra fertile e grassa, dove non sassosa.
Infatti
terra di macere; le
case di pietra come sparse sul terreno o piantate sulla costa di un
monte che lo ripara a nord, tra Costamagni
e le Perella,
affacciato sulla vista fenomenale del Monte Fammera da una parte e
dall'altra sull'altrettanto suggestiva Valle dell'Ausente, che lo
conduce fin quasi al Golfo di Gaeta; esposto a mezzogiorno e aperto
ai venti sia da oriente che da occidente. Provenendo da Ausonia, per
una strada percorribile in carrozza o in calesse, ci si imbatteva nel
primo dei tredici rioni: i Carelli
e anche nella prima delle dieci chiese del paese, la chiesa di S
Sebastiano. Il rione era in tutto composto di otto case, delle quali
sei erano regolarmente abitate, due erano vuote. Nel rione c'era
anche un frantoio (montano)
per la macina delle olive. Le colline intorno sono tuttora coperte di
uliveti.
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