Amo molto guardare la gente che
passa per strada. Mi piace osservare, senza essere visto, quello che fa, come
cammina, come gesticola. Mi piace immaginare come la gente vive, dove vive, la
casa che abita, l’auto che guida. Mi piace immaginarne il titolo di studio, il
lavoro che fa, la cultura che ha, e la mentalità che la opprime. La personalità
e il temperamento. I costumi e le abitudini. Le manie e le paure. E i tic, se
li ha. Ma quelli, li hanno tutti. I timori e le insicurezze (quelle non mancano
mai). Le sicurezze e le certezze (anche quelle non mancano mai). Mi piace
osservare la gente che passa per strada, senza essere visto, e poi
classificarla per tipo, come farebbe un entomologo con i suoi piccoli insetti.
Ovviamente - ca’ va sans dire - non
mi sognerei mai di trapassare nessuno con uno spillo al centro delle spalle;
dopo averlo trafitto, non inchioderei mai nessuno sul fondo di una scatola,
chiusa da un coperchio trasparente. Anche se, lo confesso, la tentazione di
trattare qualcuno come fosse un insetto è forte. Più di qualcuno che conosco meriterebbe
di essere trattato come una blatta. I tipi che vedo passare per strada, sono
molti e variegati. C’è il tipo nervoso, l’indaffarato (certe volte vero, certe
volte finto), quello pieno di tic, il fannullone, cha va solo perdendo tempo e…
si vede; il curioso, che osserva tutte le vetrine, ma non compra mai niente;
c’è la coppia di giovani innamorati che si tiene stretta per mano e non si
stacca nemmeno se ha qualcuno che le avanza di fronte (guai staccarsi, semmai
costringono lui a cambiare strada e deviare). Poi c’è la signora anziana, nonna
lenta, col bambino piccolo, nipote veloce. Uno corre davanti, l’altra dietro.
L’anziano lento e quello veloce. L’insicuro e il barcollante. Le torme di
studenti appena usciti da scuola, che sembrano mandrie bovine o, anche,
transumanze. Insomma, un campionario di varia umanità, muta, anonima,
trascurabile, che cambia, sfila, appare e scompare. Lasciando, solo una rapida
traccia di se: un flebile ricordo, appuntato su un taccuino. Sul quale si cerca
di raccontare le piccole storie di uomini che non hanno fatto la storia, ma che
hanno tutti una piccola o grande storia da raccontare.
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