“Che notizia meravigliosamente buona
che tu apprezzi il mio libro, perché si
scrive soltanto una metà del libro:
dell’altra metà si deve occupare il
lettore.” Così scriveva, qualche
decennio fa, J. Conrad. Noi, oggi,
modestamente, desideriamo chiuderla
qui, una volta per tutte, la trita, e anche
un po’ triste, faccenda secondo la quale
lo scrittore sia da considerare solo
autore parziale della sua opera,
supponendo che ne abbia scritto una
prima metà (e, ugualmente, faccia il
poeta) e che l’altra metà, la seconda
metà dell’opera, tocchi di perfezionarla
al lettore. Ché nessuno sano di mente
comprerebbe mai mezzo libro, o
leggerebbe mezza poesia, se sapesse
che deve scriverne lui la seconda metà
mancante. Piuttosto, diciamo, più
opportunamente, che il lettore legge
quello che vuole, dal libro (intero) o
8
dalla poesia (anch’essa intera, per
carità!), e che lo stesso lettore aggiunge
quello che nessuno ha scritto: non lo
scrittore né il poeta. Intero, infatti, non
significa affatto pieno, e la bellezza di
un buon libro o di una poesia azzeccata,
la fa proprio il lettore leggendolo/a e,
soprattutto, apprezzandolo/a (ap)pieno
e interamente."
smr
Nessun commento:
Posta un commento