Il romanzo di Maurizio Costacurta, peraltro opera prima
(e, per questo, complimenti!), è appassionante, benchè scritto con
prosa apparentemente leggera e molto scorrevole.
Facile da leggere, quindi, ma non illudetevi: non è una lettura ...facile.
Nonostante lui si schermisca continuamente, ripetendo ..."non volevo fare letteratura!".
Non credetegli!
Alla maniera di Strindberg il suo autobiografismo è forma alta di letteratura.
Alla maniera di Proust scava nella sua memoria per ricavare pura prosa.
E alla maniera di Carofiglio (si parva licet!) la sua scrittura oltre che pregevole, è onesta, schietta, soprattutto perchè proveniente dal profondo del cuore - si vede, anzi si sente.
La storia del monumento, raccontata dalla pubblicazione del bando di concorso fino alle soglie della sua realizzazione, nell'arco di quasi un anno, s'incrocia sapientemente, con la sua storia professionale e la sua storia personale e privata, contrappuntata da qualche flash-back della giovinezza e con delle interessanti incursioni nel rapporto d'amore con la sua attuale compagna.
Peraltro raccontato senza mai sconfinare nella letteratura erotica, tantomeno nella volgarità.
L'autore opportunamente interrompe la descrizione dei loro rapporti intimi, che restano solo suggeriti, ancorchè chiaramente, un attimo prima che essi avvengano.
Con levità e un pizzico di compiacimento li suggerisce al lettore ..."lasciammo per terra una scia di vestiti che avanzava fino ai piedi del nostro letto!"
Il libro costituisce anche la testimonianza personale e professionale di un bravo architetto costretto a scontrarsi con le lungaggini, gli ostacoli, le situazioni kafkiane che la burocrazia offre a piene mani e che attanagliano la quasi totalità degli uffici pubblici italiani: costituendo per questo peculiare motivo quasi una "istant book" (sebbene si riferisca a fatti del 2006: ma tanto, da allora, non è cambiato niente! Sic!) sull'argomento spinoso dei travagliati rapporti tra cittadino e P.A..
Per la cronaca e per finire: il monumento esiste davvero, alla fine e nonostante gli spiacevoli contrattempi è stato edificato, chi volesse vederlo e apprezzarlo si rechi a Roma, dove lo troverà agevolmente nei pressi della Stazione Ostiense.
Facile da leggere, quindi, ma non illudetevi: non è una lettura ...facile.
Nonostante lui si schermisca continuamente, ripetendo ..."non volevo fare letteratura!".
Non credetegli!
Alla maniera di Strindberg il suo autobiografismo è forma alta di letteratura.
Alla maniera di Proust scava nella sua memoria per ricavare pura prosa.
E alla maniera di Carofiglio (si parva licet!) la sua scrittura oltre che pregevole, è onesta, schietta, soprattutto perchè proveniente dal profondo del cuore - si vede, anzi si sente.
La storia del monumento, raccontata dalla pubblicazione del bando di concorso fino alle soglie della sua realizzazione, nell'arco di quasi un anno, s'incrocia sapientemente, con la sua storia professionale e la sua storia personale e privata, contrappuntata da qualche flash-back della giovinezza e con delle interessanti incursioni nel rapporto d'amore con la sua attuale compagna.
Peraltro raccontato senza mai sconfinare nella letteratura erotica, tantomeno nella volgarità.
L'autore opportunamente interrompe la descrizione dei loro rapporti intimi, che restano solo suggeriti, ancorchè chiaramente, un attimo prima che essi avvengano.
Con levità e un pizzico di compiacimento li suggerisce al lettore ..."lasciammo per terra una scia di vestiti che avanzava fino ai piedi del nostro letto!"
Il libro costituisce anche la testimonianza personale e professionale di un bravo architetto costretto a scontrarsi con le lungaggini, gli ostacoli, le situazioni kafkiane che la burocrazia offre a piene mani e che attanagliano la quasi totalità degli uffici pubblici italiani: costituendo per questo peculiare motivo quasi una "istant book" (sebbene si riferisca a fatti del 2006: ma tanto, da allora, non è cambiato niente! Sic!) sull'argomento spinoso dei travagliati rapporti tra cittadino e P.A..
Per la cronaca e per finire: il monumento esiste davvero, alla fine e nonostante gli spiacevoli contrattempi è stato edificato, chi volesse vederlo e apprezzarlo si rechi a Roma, dove lo troverà agevolmente nei pressi della Stazione Ostiense.
smr
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