Oggi il mio "lavoro" di paesologo mi porta a Veroli, in provincia di Frosinone, ed esattamente nella zona immediatamente a nord del capoluogo.
I primi cartelli stradali che incrocio subito dopo aver lasciato la SS155 per Fiuggi, annunciano trionfanti: "Veroli-Città d'arte".
La qual cosa mi piace, ma mi inquieta anche. Crea aspettative che non sempre vengono rispettate.
E non perchè io sia troppo esigente!
Il nome attuale della città, secondo alcuni, deriverebbe da Verulae, antica città fondata dagli Ernici, poi passata sotto il protettorato romano, da cui a sua volta deriva Verulis.
Secondo altri dalla parola latina Veru, antico spiedo metallico.
Secondo un'altra suggestiva ipotesi si baserebbe sulle due varianti, Verulis e Virulis: letti come Ver - Ulis e Vir - Ulis significherebbero nell'ordine «primavera di Ulisse» e «popolo di Ulisse».
L'ipotesi che mi convince di più, ed anche quella più accettata dagli storici, è l'ultima: la parola Veroli, nella radice Ver, deriva dal greco erúmai (difendere, proteggere), che significa quindi luogo idoneo alla difesa e alla sorveglianza; il significato più probabile, che trova pure una testimonianza incontrovertibile nella geografia e soprattutto nella orografia del paese è quello di:
luogo adatto a sorvegliare e difendersi.
Ad ogni modo apprendo che Veroli è molto antica, essendo stata fondata probabilmente dalle popolazioni erniche intorno al XII° secolo A.C.
La raggiungo in pochi minuti, subendo peraltro un paio di perniciose deviazioni per lavori in corso che mi costringono ad allungare il tragitto.
In compenso la mia curiosità cresce fino all'arrivo nel centro storico.
Sono fortunato! Trovo subito un parcheggio e mi avvio a piedi per le stradine lastricate del centro.
Con enorme sorpresa mi imbatto subito in una libreria, sebbene ospitata in una specie di emporio.
Altra sorpresa mentre mi dirigo verso la Piazza del Duomo, stavolta in negativo. Mi imbatto - ahimè! - in un consistente numero di vetrine vuote e polverose: altrettante testimonianze di gioiellerie o di altre botteghe chiuse dalla crisi del piccolo commercio al minuto che sta strangolando i centri storici in tutta la Ciociaria, a cominciare proprio dal capoluogo.
Anche Veroli è compresa tra le città della Provincia di Frosinone che ospitano le mura poligonali (o mura ciclopiche), ma apprendo da alcuni cittadini coi quali mi fermo a parlare che esse sono state parzialmente distrutte per larghi tratti, e con esse anche le varie porte monumentali d'accesso alla rocca, delle quali resta solo una: la Porta di Santa Croce.
Tra i monumenti di grande importanza storica e architettonica resta la Basilica di Santa Sàlome che ospita le reliquie della Santa, protettrice della città.
Al suo interno, tra il 1715 ed il 1740, fu fatta costruire dal Vescovo di Veroli Monsignor Lorenzo Tartagni, la Santa Scala composta da 12 gradini di marmo.
Nell'undicesimo gradino pare sia racchiusa una presunta reliquia della Croce. Ci credo poco alle reliquie sacre; servono solo ad alimentare un commercio che poco si sposa con la tanto sbandierata ma mai applicata povertà della chiesa cattolica.
La chiesa ha risentito, nonostante la distanza, della forte scossa di terremoto verificatasi a l'Aquila nel 2009 e il giorno del terremoto, sono caduti alcuni pezzi di intonaco e si sono allargate vistosamente alcune crepe. Peccato!
La rocca di San Leucio, che raggiungo con una breve passeggiata in salita, ospita il punto più alto della città, e un antico borgo risalente, forse, all'IX° secolo.
La Piazza Mazzoli e San Andrea ospita gli uffici del comune e la Concattedrale di Sant'Andrea.
Il centro storico è grazioso e ben tenuto. Ma non sufficientemente valorizzato e pubblicizzato.
Gli abitanti del posto confermano che praticamente Veroli non è mai stata meta turistica, il che conferma una mia convinzione antica, cioè che la classe politica ciociara sia una delle più depresse culturalmente di tutta la nazione e che gli amministratori locali siano più dei "prenditori" di beni pubblici che degli imprenditori ben attrezzati per procurare il tanto auspicato salto di qualità alle nostre belle, antiche e ricche cittadine.
Sempre nel territorio del comune di Veroli, si trova l'importante e bella Abbazia di Casamari.
Lascio Veroli, le sue vestigia architettoniche e i suoi guai, per planare sul suo fondo valle, dove Firenze incontra la Ciociaria, in località Giglio di Veroli.
Di qui mi sposto subito e, percorrendo una strada a due corsie stretta, in leggera salita e piena di curve, arrivo a Torrice, un paesino sulla Via Casilina (SS6) a pochi km dal capoluogo Frosinone.
Chiamato anticamente Turrice.
Che potrebbe derivare da Torre, in riferimento alla presenza della struttura in loco; oppure da Turriger, ossia munito di torre.
Non ho tempo per visitarlo, s'è fatto assai tardi. Sarà per un'altra volta. Scatto solo qualche foto. alle mura. Il paese sembra deserto: gli abitanti devono essersi avvicinati tutti ai rispettivi deschi.
Una volta arrivato a casa, mentre lavoro a questi appunti trovo con gran stupore un simpatico video su youtube.
Ne pubblico il link qui sotto assai volentieri.
Come diceva Confucio: vale più un'immagine che mille parole. Specie se quelle mille parole a scriverle sono stato io.
Prometto a me stesso che appena avrò tempo tornerò a Torrice per vedere i bei posti del filmato e quello straordinario, impagabile, mozzafiato ....tramonto rosso.
http://www.youtube.com/watch?v=pN7cLITG-IU
SMR
Nessun commento:
Posta un commento