domenica 15 luglio 2012
Le stagioni della lattaia, Piccola Storia n.6: Giovanni il contadino vero.
"Giovanni era vicino di casa di Alessandro. E come il suo vicino di casa era un uomo alto, molto alto - quasi imponente. Ma, a parte il fatto che si trattava di due brave persone, non ricordo altri particolari che potessero accomunare due tipi per il resto tanto diversi fisicamente - oltre che intellettualmente.
Al contrario di Alessandro, infatti, Giovanni non era grosso né statico, ma longilineo ed energico, in possesso d’un fisico asciutto e prestante, ben allenato al movimento, scattante e temprato dal duro lavoro nei campi. La sua corporatura nervosa pareva intagliata nel tronco robusto di una delle querce secolari che crescono dalle nostre parti. Giovanni era stato, pure lui, fortunato a conservare tutti i capelli - ma li aveva spessi e bianchi. Disposti in una capigliatura folta, ma scontrosa e indocile. Il suo volto grondava pathos. Scolpito ed espressivo, come una maschera della tragedia greca, tradiva i tormenti che la vita - con lui particolarmente avara di gioie - non gli aveva risparmiato. Ma s’era, invece, divertita a profondergli a piene mani. Lui, fin da giovanissimo, il peso della vita - e non solo della sua - se l’era caricato sulle spalle, e l’aveva portato fino a quando ce l’aveva fatta. I suoi tratti marcati si confondevano con le rughe profonde, scavate dall’età, dalla fatica e dal sole. Guance incavate, zigomi forti, naso affilato, e un pomo d’Adamo scandito. Così ricordo il suo viso arso."
(Brano tratto dall'incipit della Piccola storia n.6 - Le stagioni della lattaia: Giovanni il contadino vero)
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