"Prima che partisse la corsa allo sfruttamento industriale della
pietra calcarea, all'inizio degli anni '60, l’unica vera risorsa era la
terra: da coltivare, fertile e generosa; o sassosa e avara.
Allora i terreni da coltivare si spietravano a mano, sasso dopo sasso.
E si coltivavano per sopravvivere.
Allora le uniche prosperità erano gli animali e i figli.
Poi è arrivata qualche lira ed ha guastato tutto.
Ha rotto equilibri antichi, tenuti in piedi per secoli solo dalla miseria e dalla fame.
Ora,
che una quantità insensata di cemento è stata versata a sproposito,
brutalmente - come una bestemmia urlata in faccia ad un povero cristo -
su tutto il paese, anche nel cuore del vecchio centro storico, prendendo
il posto delle stradine e delle piazzette lastricate a pietra e dei
muri a secco centenari, le case - se va bene - hanno gli esterni di
quarzo plastico e gl’infissi d’alluminio anodizzato - perfino alcune di
quelle costruite non proprio di recente".
(da Le stagioni della lattaia di Salvatore M.Ruggiero)
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