martedì 28 febbraio 2012

CHE PENA LA NOTTE DEGLI OSCAR 2012.

Fa veramente un profondo senso di pena e di tristezza assistere per l'83° anno allo spettacolo indecoroso, ruffiano, finto, autocelebrativo di una Hollywood che cita se stessa.
Questo è uno di quei casi in cui non si dovrebbe per forza ...tenere messa!
Chi ha vinto? Si chiedono tutti. Come se fosse davvero importante. Tanto il prossimo anno si ricomincia e i vincitori dell'anno prima non se li ricorda più nessuno.
Un vincitore, in effetti, c'è! E' l'industria dello spettacolo, che loro indecorosamente chiamano Cinema! Invece nella stragarnde maggioranza dei casi e tranne poche eccezioni è solo...intrattenimento filmato. Sic!
Si! Perchè il vero cinema era ed è da un'altra parte, ma certamente non era nè è lì!
Chi ha perso? Si chiede qualcuno. Hanno perso tutti!
Hanno perso i film veri, il cinema vero, gli attori veri, i registi veri: nessuno di quelli veri era seduto in platea. Quelli seduti in platea erano tutti finti.
Era scritto e si è visto tutto, anzi, letto tutto, nello sguardo impaurito eppure eloquente, dello ...spaesato autore Iraniano vincitore dell'Oscar per il Miglior Film Straniero, forse l'unico premio che ancora conta qualcosa, fuori dagli U.S.A. (e getta!).
Quell'uomo timido e timoroso davanti a quella folla di mostri sacri, o ai loro simulacri, sembrava chiedersi: "...ma dove sono? Dove mi hanno portato? Che ci faccio io qui?"
E che pena il "vecchietto" Clooney, senza la sua ...badante Canalis, ma sotto braccio ad una sosia di Barbie;
e che pena Billy Cristall, invecchiato e imbolsito, tutte le rughe ....spianate, che non fa più ridere e che, per strappare un sorriso, è costretto a citarsi con una scena topica di "Harry ti presento Sally!"; e che pena Martin Scorsese, seduto in platea a fingere di divertirsi alle gags trite e ritrite di autori ....strafatti e senza più idee; e che pena la più grande attrice del momento Meryl Streep che, famelica e insaziabile, strappa il suo terzo Oscar e sembra dire: "Amici dell'Accademy ...chiamatemi ogni volta che volete: nei prossimi anni e finchè campo, verrò sempre, ad arraffarne altri dieci se me li date!".
E che pena ho provato io per un vecchio e stanco Max von Sydow (avrebbe fatto volentieri a meno se non avesse avuta la nomination) uno dei più grandi di sempre e uno dei grandissimi bergmaniani costretto ad essere umiliato ancora una volta, forse l'ultima.
Non gli hanno dato nemmeno stavolta l'inutile statuetta per la Migliore Interpretazione da Attore non protagonista: lui che protagonista lo è stato certamente del più grande horror di sempre ("L'esorcista") e in molti dei capolavori di Bergman.
Uno per tutti? L'indimenticabile Cavaliere crociato Antonius Block ne "Il settimo sigillo", quello che giocava a scacchi con la Morte.
Dont warry! Max quella statuetta placcata (ergo: finta) non ti serviva: sarai  grande anche se non te lo dice Hollywood.
The show must go ...stopped! 

SMR





lunedì 27 febbraio 2012

E' morto Erland Josephson: uno dei più grandi.

  • Proprio mentre il grande cinema (e con esso, indirettamente, anche quello di Ingmar Bergman) subiva l'ennesimo affronto ad Hollywood nella serata degli Oscar (Max von Sydow non ha ricevuto la statuetta, che pure sarebbe stata meritatissima, per la Migliore interpretazione da Attore non protagonista, nel film "Molto forte, incredibilmente vicino" di Stephen Daldry, tratto dall'omonimo romanzo di J.S.Foer) a Stoccolma all'età di 88 anni, moriva Erland Josephson uno dei più grandi interpreti bergmaniani e uno dei più grandi attori si sempre. Aveva collaborato col Maestro in ben 13 film, tutti autentici capolavori:
  • Piove sul nostro amore (Det regnar på vår kärlek) - (1946);Verso la gioia (Till glädje) - (1950);Alle soglie della vita (Nära livet) - (1958);Il volto (Ansiktet) - (1958);L'ora del lupo (Vargtimmen) - (1968);Passione (En Passion) - (1969);Sussurri e grida (Viskningar och rop) - (1972);Scene da un matrimonio (Scener ur ett äktenskap) - (1973);Il flauto magico (Trollflöjten) - (1975);L'immagine allo specchio (Ansikte mot ansikte) - (1976);Fanny e Alexander (Fanny och Alexander) - (1982);Dopo la prova (Efter repetitionen) - (1984)Vanità e affanni (Larmar och gör sig till) - (1997);Sarabanda (Saraband) - (2003)
  • Aveva anche lavorato con altri grandi registi: Todoros Anghelopuolos; Peter Grenneway; Carlo Lizzani; Istvan Szabo; Damiano Damiani; Andrey Tarchowskj; Maj Zetterling, ed altri.
Attore potente ma silenzioso, di robusta costruzione classica, ma aperto al moderno e alle sperimentazioni. Maschera austera, intimistica, drammatica, introversa: mancherà al grande cinema e al teatro.
Indimenticabile in tutti i film interpretati con Bergman e con gli altri registi, ma, in particolare modo ci mancherà la sua spontaneità vera e partecipata in almeno tre capolavori bergmaniani, in quelli mi piace ricordarlo: "Sussurri e grida" dove interpreta David, un detestabile dottore amante di  Karin, una delle tre sorelle;
"Scene da un matrimonio", dove interpreta il marito Johan e, infine, nella parte di Isak Jacobi nel grande affresco "Fanny e Alexander".                       

sabato 25 febbraio 2012

TERRACARNE: l'ultimo libro di FRANCO ARMINIO.



Franco Arminio non delude. Mai.

"25 anni dopo il terremoto (dell'Irpinia, ndr) dei morti non sarà rimasto più niente: dei vivi ancora meno." Con questa tremenda frase, letta durante la trasmissione su RaiTre "Vieni via con me", Roberto Saviano presentò all'Italia Franco Arminio, di professione: paesologo.

Io ho "conosciuto" Franco Arminio o meglio la sua scrittura, con Cartoline dai morti,

http://salvatore1957.blogspot.com/2011/01/cartoline-dai-morti-lultimo-libro-di.html

e me ne sono innamorato.

http://www.amazon.it/product-reviews/B00606TVJY/ref=dp_top_cm_cr_acr_txt?ie=UTF8&showViewpoints=1

Quello era un libricino, piccolo piccolo nella struttura; ma grande, anzi grandissimo nella sostanza.
Un centinaio di epigrammi, anzi di epitaffi, graffianti, acuti, comici, fulminanti, veri, dolorosi, sanguinanti, ironici, stranianti, destabilizzanti.
Ho proseguito la mia documentazione con: Nevica. E ho le prove.
E poi con: Vento forte tra Lacedonia e Candela.
Li ho trovato entrambi molto interessanti; ben scritti; e anche perfettamente congrui e coerenti col suo "percorso" paesologico.
Fino a quando non sono arrivato a Terracarne: la sua opera meglio riuscita; la più corposa e polposa, forse anche la più dolorosa e dolente.
Un viaggio, quasi interminabile, lungo i saliscendi dell'Italia dei paesi, quasi tutti del Sud, ma con alcune originali e piacevoli escursioni anche al profondo Nord.
La prosa di Franco Arminio non delude, mai.
Appare rapida, senza fronzoli, ma rotonda; non costruita o prefabbricata; efficace, come raramente avviene, nella descrizione a volte cruda, a volte sconcertata e sconcertante dei posti, dei volti, delle persone, degli animali, del tempo, delle pietre, delle vie, delle macerie, delle piante che incontra sul suo cammino, di cui ci parla nel suo "vagabondaggio", nel suo errare incessante, quasi parossistico, alla ricerca dell'uomo, dell'io, di se stesso, della verità, dell'equilibrio, della Natura Madre.
Per questo consiglio a tutti e caldamente di leggere Terracarne; anzi consiglierei di adottarlo come libro di testo e farlo leggere nelle scuole, di ogni ordine e grado, abitate da mandrie di quei quei ragazzi moderni "spaesati" e persi per i quali - haimè! - il prezzo degli occhiali griffati è inversamente proporzionale al livello di intelligenza e di sensibilità.
Sono riconoscente a Franco Arminio per aver inventato questa bella e utile disciplina: la paesologia, alla quale mi sono iscritto come seguace modesto e nel contempo avido; e che, mai come in questi tempi bui, può aiutarci tutti a riscoprire la più vera naturalità e la più vera ricchezza delle nostre terre e insegnarci a salvaguardarle dalle rapine, dai saggheggi, dalle angherie e dalle violenze alle quali è stata sottoposta per anni e viene ancora sottoposta quotidianamente.

SMR


sabato 18 febbraio 2012

Coreno A. Agosto 2011: Presentazione del libro di Salvatore M.Ruggiero "Le stagioni della lattaia".

Metto quì le immagini della presentazione del mio libro "Le stagioni della lattaia" - "Il racconto breve della donna che mesceva il latte con altre sette piccole storie", avvenuta la scorsa estate, nell'Agosto del 2011, nell'Open Space della Villa Comunale di Coreno Ausonio.

Erano presenti nella veste di relatori:

la dottoressa Romina D'Aniello (giornalista);
il professor Roberto Tortora (critico letterario per Terpress)
il professor dottor Gaetano Deuscit (psichiatra e insegnante presso la 2° Università di Napoli)

nella veste ci organizzatori ed ospiti:

il sindaco di Coreno A. Mimmo Corte;
l'assessore alla cultura e vice-sindaco Francesco Lavalle

e, naturalmente, nella veste di autore del libro lo scrittore Salvatore M.Ruggiero.

http://www.youtube.com/watch?v=3pxWdTxVegU&feature=youtu.be


Metto anche il link dove gli interessati possono acquistare copie del mio libro.

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=586606

mercoledì 1 febbraio 2012

Salvatore M.Ruggiero si sta facendo in ...4 per servirvi meglio!

Dopo LE STAGIONI DELLA LATTAIA. Il racconto della donna che mesceva il latte con altre sette piccole storie, pubblicato con ilmiolibro.it e prossimamente in libreria per i tipi di BookSprintEdizioni,

https://www.facebook.com/pages/LE-STAGIONI-DELLA-LATTAIA/274556919224608

ha attualmente nella vetrina-Autore del sito lulu.com altri due libri:
un saggio critico per non addetti ai lavori
IL GENIO DI UPPSALA. Il grande cinema di Ingmar Ernst Bergman spiegatoa chi lo ignora.

E

PARLA CON BERGMAN. 116 aforismi del Maestro.

http://www.lulu.com/spotlight/salvatoredotruggiero57atgmaildotcom

e prossimamente pubblicherà con editore da stabilirsi il suo quarto lavoro: un saggio-racconto lungo dedicato a Monica e il desiderio (Sommaren med Monika, 1952) il bel film di Bergman tanto amato dalla Nouvelle vague francese negli anni '60.