lunedì 4 febbraio 2019

Oggi è la Giornata Mondiale contro il Cancro.

     Oggi, 4 Febbraio 2019, proclamato nel 2000 dall'UICC (Unione Internazionale Contro il Cancro),  è il WORLD CANCER DAY, la Giornata Mondiale contro il Cancro. 

   Lo slogan di quest’anno, lo stesso che campeggerà sulla campagna del prossimo triennio, è “I Am And I Will”, perché, si legge nel lancio della giornata: “Chiunque tu sia, hai il potere di ridurre l'impatto del cancro per te, le persone che ami e per il mondo. È tempo di prendere un impegno personale”.

   Come mio personale contributo e come tributo a tutti i malati di cancro e, soprattutto, a quanti sono morti a causa di questa malattia, a cominciare dalla mia carissima Patrizia, per proseguire col mio caro padre, e tutti gli altri amici e conoscenti, metto qui un brano del mio libro "Il Cancro Addosso".
  Il brano scelto contiene qualche dato statistico che si riferisce, ovviamente, al momento in cui il libro è stato scritto, cioè al febbraio del 2018, ma i dati, pur non aggiornati, sostanzialmente e numericamente sono ancora tutti ampiamente validi. 
   Aggiungo solo un ulteriore dato statistico: lo scorso anno, secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), si sono ammalati di cancro, nelle sue diverse forme, 18.000.000 di persone in tutto il mondo, e 9.600.000 malati sono morti.



   "Cinquanta anni fa si ammalava di cancro una persona su cinquanta; in un futuro ormai prossimo se ne ammalerà una persona su due. Proprio oggi, nel febbraio del 2018 - mentre sto scrivendo - una persona su tre si ammala di cancro, non ne guarisce mai definitivamente ed è condannata alla spada di Damocle della recidiva; una persona su tre ancora muore di cancro; solo una persona su tre ne è immune, per motivi che, peraltro, ancora sfuggono alla scienza. La prima causa di morte tra le donne, in Italia, in Europa e nel Mondo, è ancora il cancro alla mammella. Il cancro nelle sue diverse e più diffuse forme è ancora la prima causa di morte in Italia, in Europa e nel Mondo. Nel 2015 fra le prime 15 cause di morte c’erano sei diversi tipi di cancro: 1) alle vie respiratorie (polmoni, bronchi, bocca, laringe e faringe); 2) alla mammella; 3) al pancreas; 4) al colon retto; 5) al fegato; 6) allo stomaco. E questi sono anche i più diffusi. Qualcuno le ha scomposte, per smorzarne l’impatto mediatico che, altrimenti, sarebbe deflagrante, ma messe insieme sarebbero la prima causa di morte su nove cause diverse tutte meno gravi, seppur letali. Nel 2017 i casi di tumore in Italia sono stati 369.000, di questi 51.000 sono stati casi di cancro al seno (quasi tutti riferiti ad individui di sesso femminile, tranne 500 casi tra i maschi). Nel 2014 (ultimo dato ISTAT disponibile) i decessi attribuibili al cancro sono stati 177.301. Il tumore al seno è la neoplasia più comune nelle donne, con circa 1 milione 700 mila nuovi casi diagnosticati in tutto il mondo ogni anno. Statisticamente una donna su otto si ammala di cancro alla mammella. Nel 2015 sono stati stimati globalmente 560.000 decessi causati da tumore al seno, oltre il 90% dei quali è stato causato dalla diffusione della malattia ad altre parti del corpo. Più del 30% delle donne con diagnosi iniziale di tumore al seno in stadio precoce potrà infatti sviluppare un tumore metastatico. Mentre il 5-10% delle donne si presenta alla diagnosi iniziale con la malattia primaria già metastatica. C’è da dire che in Italia la sopravvivenza da carcinoma mammario avanzato o metastatico è molto aumentata, passando dai 15 mesi degli anni '70, ai 58 mesi di inizio 2000. Ma questo dato ovviamente non basta; non può essere soddisfacente; non può farci contenti. Potremmo essere soddisfatti, appagati e contenti solo quando non si parlerà più di 58 mesi ma di 58 anni. Ed io, intanto - probabilmente per i prossimi 58 anni, ma spero caldamente di no - aspetterò che qualcuno, con coraggio e onestà intellettuale, venga a sostenere pubblicamente che l’emergenza sanitaria mondiale non è più il cancro; che l’emergenza sanitaria mondiale è l’Aids, magari, ma non il cancro; che l’emergenza sono le malattie infettive o il diabete e l’obesità, ma non il cancro; che l’emergenza sono gli incidenti stradali ma non il cancro. Oppure, semplicemente, che non ci sono più emergenze sanitarie nel Mondo. Si può concludere, allora, dicendo che il cancro è la malattia moderna più antica del mondo. Oppure - se preferite - che è la malattia antica più moderna del mondo. Che gli abbiamo dato qualche millennio di vantaggio prima di accorgerci che sarebbe diventata così letale, distruttiva e catastrofica, ogni giorno sempre di più. E che ora non ci resta che rimboccarci tutti le maniche per dare alle generazioni che verranno le giuste possibilità per emanciparsi dal dolore e per regalare loro una maggiore speranza di sopravvivenza prolungata. Che non sia legata sollo alla fortuna personale di ognuno, alla sua buona stella."



   Infine voglio ricordare che tutti i proventi derivanti dalla vendita del mio libro "Il Cancro Addosso" saranno devoluti per la creazione di una Associazione Patrizia De Magistris. Se non fosse possibile dare vita a una tale benefica iniziativa i proventi verranno devoluti all'AIRC (Associazione Italiana Ricerca contro il Cancro).

   Questi i link seguendo i quali si arriva alle piattaforme sulle quali si può prenotare una copia del libro: lulu.com e/o amazon.com.

http://www.lulu.com/shop/salvatore-m-ruggiero/il-cancro-addosso/paperback/product-23718536.html

https://www.amazon.it/cancro-addosso-Salvatore-M-Ruggiero/dp/0244399247/ref=sr_1_6?s=books&ie=UTF8&qid=1537202139&sr=1-6&keywords=salvatore+m.+ruggiero

venerdì 1 febbraio 2019

Addio! Mister Zurich.

   Quando vado verso casa, rientrando dal lavoro, prima d'imboccare l'ultima curva, mi trovo inevitabilmente di fronte il tabellone di zinco dell'albo pretorio comunale. E' inchiodato al muro, contiene anche i necrologi, se ci sono morti, e io ci butto sempre un occhio.  
   L'altro giorno c'era un manifesto funebre nuovo: annunciava la morte di Paolo De Gori, 74 anni. Non ancora abbastanza vecchio per morire. Ma di questi tempi si fa fatica a comprendere qual è l'età giusta per morire.
   Avevo i miei ragazzi in macchina con me e ho cercato di aiutarli a capire chi fosse Paolo. Si! Perché quando ho commentato a voce alta la dipartita di... Mister Zurich, loro stentavano a intendere a chi alludessi usando quel soprannome strano. 


   Io Paolo De Gori lo chiamavo Mister Zurich da quando, verso la fine degli anni '70, dopo un periodo da emigrati in Svizzera, da Zurigo, si era ritirato, con la moglie, a Gaeta, dove vivevano e lavoravano insieme al bar Zurich, locale da loro due fondato e gestito. 



   Lo chiamavo Mister Zurich da quando, almeno 40 anni fa, con il nipote Costa, mio amico, e le nostre ragazze dell'epoca, avevamo preso a frequentare stabilmente il suo Bar Zurich, a Gaeta, in Via Firenze, ai piedi di Monte Orlando. 

  Andavamo sempre volentieri, ufficialmente per un gelato, ma poi, approfittando della sua disponibilità, per scendere nel seminterrato dove era stata allestita una discoteca, piccola ma accogliente e con tanto di impianto stereo, di palla luccicante e luci stroboscopiche. E, soprattutto, sempre deserta a quell'ora del mattino.
   Dopo averci rampognato per bene, ma paternamente, perché quella mattina non eravamo andati a scuola, Paolo ci confezionava e serviva con la solita meticolosa cura un bel banana-split, poi accendeva l'impianto stereo e metteva sul piatto un LP di Julio Iglesias che ci piaceva tanto: "Sono un pirata, sono un signore". 
   E il locale finalmente era inondato dalle sue dolci, suadenti, romantiche melodie. 
   Poi risaliva al bar e si spegnava le luci alle spalle, lasciandoci accomodati sui confortevoli divanetti di pelle, immersi nella penombra complice dei nostri baci appassionati.
 Ricordo perfettamente che del LP di Iglesias ci piaceva a tutti, in particolare, una canzone: "Pensami!"  
    La musica e il testo di quel pezzo per me sono indimenticabili. Ancora li ricordo a memoria, senza sforzo.
"Pensami! Tanto tempo e intensamente con il corpo e con la mente, come se io fossi lì... 
Guardami! Con quegli occhi azzurro mare che mi sanno anche ingannare ma mi piaci anche così...
Sognami! Con la forza di un amante che è lontano e non distante ma che arriva dentro qui... 
Baciami! Bacia tutta la mia pelle. Si può arrivare alle stelle dicendo un semplice si."  


   Caro amico Paolo, di te conserverò il ricordo di un uomo gentile e dai modi sempre signorili. Insieme a Julio Iglesias e alle sue indimenticabili canzoni, alle tue paternali e ai tuoi meravigliosi gelati, mi farai ricordare sempre quei bellissimi momenti, un pezzo della mia gioventù vissuta spensieratamente, in piena leggerezza.

Addio! Mister Zurich. 

smr