sabato 8 luglio 2023

   Essere come la moglie di Cesare. La destra non sa cosa significa e non vuole nemmeno saperlo.

   Essere come la moglie di Cesare è un modo dire che ha un significato ben preciso. 
Con essa, infatti, s'intende che si deve essere al di sopra di ogni sospetto, tenere un comportamento irreprensibile, onesto e moralmente ineccepibile.
La curiosa espressione allude a un episodio narrato da Svetonio nella sua opera storiografica De vita Caesarum (Vita dei Cesari). 
Cesare avrebbe ripudiato Pompea, sua moglie, dopo aver scoperto che Publio Clodio, amante della donna, si era introdotto, travestito da suonatrice, in casa sua per incontrarla.
Publio Clodio fu scacciato e successivamente portato in tribunale; Cesare fu citato come testimone, anche perché aveva ripudiato la moglie. Tuttavia, alle domande rivoltegli dal pubblico ministero, Cesare rispose che non conosceva di persona Publio Clodio e non era minimamente al corrente delle sue malefatte. Non convinto dalla risposta, il magistrato chiese a Cesare di essere più chiaro e per quale motivo avesse dunque ripudiato la moglie; il dittatore rispose allora dicendo: “Perché penso che la moglie di Cesare non debba essere neppure sfiorata dal sospetto”.
Oggi, in ambito giornalistico l'espressione si usa molto spesso in riferimento all’ambito della politica. 
Allora ricordiamo i diversi e svariati ''scandali'', e le polemiche che ne sono seguite, che, in nemmeno un anno di governo hanno come protagonisti personaggi del centro destra appartenenti, a diverso titolo, all'esecutivo della Meloni. 


Cominciamo dalle mendaci e improvvide dichiarazioni e successive smentite di Giovanni Donzelli che rivela segreti concernenti il caso Cospito e la mafia inguaiando la Meloni e Nordio, ministro della giustizia.  
Proseguiamo col ''caro cognatino'' Francesco Lollobrigida, ministro dell'agricoltura che intende incentivare le nascite a scapito della cd. sostituzione etnica. SIC!. 
E ancora, col defunto Berlusconi che include nel suo testamento Dell'Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, il cui silenzio in tribunale e' stato pagato 30 milioni. 
E poi la Santanché, ministro del turismo, tra fallimenti e debiti, che va in parlamento fiera e baldanzosa invece di dimettersi e farsi arrestare. 




E il recente caso del ministro della cultura Santangelo che vota i libri finalisti per il il premio Strega senza averne letto neanche uno. Per sua stessa candida ammissione. 
E finire con La Russa, presidente del senato e seconda carica dello stato che, a proposito dell'accusa di stupro che ha colpito il figlio rapper e drogato, invece di dichiarare che ha profonda stima e fiducia delle istituzioni giudiziarie del suo paese, dichiara da buon arrogante leguleio qual e' che: ''Ho interrogato personalmente mio figlio e posso escludere che abbia commesso il benche' minimo reato''. Un caso veramente degno del migliore... LEI NON 
SA CHI SONO IO!!!!



 
Questa e' l'Italia che volevamo? SI! Questa e' l'Italia che volevamo CAMBIARE!