sabato 3 novembre 2012

..."Ricordo che la donna, agghindata come Griet - la fanciulla che a suo tempo fu la vera fantesca del maestro..."

Così, assai maldestramente peraltro, nelle pagine del mio libro, cerco di far coincidere l'immagine della ...donna che mesceva il latte, con la vera fantesca di Vermeer, una ragazza olandese del '700, che si chiamava Griet.





E come si giunge a poter affermare che la donna che mesceva il latte di Vermeer fosse Griet, la vera domestica del pittore? 

Lo racconta in una ricostruzione fedele la scrittrice Tracy Chevalier nel suo libro: "La ragazza con l'orecchino di perla" (fra l'altro titolo di un altro vero dipinto del Maestro).
Delft, XVII secolo, quartiere protestante: la sedicenne Griet è in cucina e, come al solito, sistema meticolosamente le verdure che sta tagliando, abbinandole per colore in un cerchio. 
Il padre, un modesto decoratore di piastrelle di ceramica che ha perso la vista, sta parlando, all'interno della casa con persone dalle voci decisamente insolite, che suggeriscono «immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce». 
Le voci appartengono a una coppia, un uomo misterioso e una donna con riccioli biondi e fare nervoso: sono Jan van der Meer (meglio conosciuto come Vermeer), il celebre pittore, e sua moglie Catharina, persone ricche e influenti. 
La madre informerà Griet che, a partire dal giorno dopo, andrà a servizio dai Vermeer, nel Quartiere dei Papisti e che potrà tornare a casa solo la domenica. 
La nuova vita di Griet sarà caratterizzata da una delle sue specifiche mansioni: la pulizia dell'atelier dell'artista. 
Questo provocherà l'invidia di Tanneke, l'inserviente che da anni è in casa Vermeer, ma che mai è potuta entrare nell'atelier, e della stessa moglie del pittore, anch'ella relegata all'esterno della camera della creatività. 
Griet conquista la fiducia crescente dell'artista e non soltanto: tra i due si genera un rapporto di complicità e di reciproca comprensione, che sfocierà nella richiesta di Vermeer a Griet di posare per un quadro. 
Quando l'opera è pressoché terminata, Griet si rende conto che manca qualcosa, e la stessa lacuna rileva il pittore, che chiede a Griet di indossare gli orecchini di perla appartenenti alla moglie. 
Griet si fora le orecchie per l'occasione, non senza dolore, ma senza alcuna esitazione e, in obbedienza a Vermeer, indossa gli orecchini. 
Venuta a conoscenza della cosa, la moglie si scatena contro la servetta, la quale lascia il lavoro per sposare un giovane macellaio che da tempo aveva iniziato a frequentare. 
Quando, anni dopo, Griet viene a conoscenza della morte di Vermeer, verrà chiamata dall'esecutore testamentario, che le consegnerà gli orecchini del quadro, rivelandole così la reale attenzione da parte del pittore morto.

In realtà, come s'intuisce dalla trama del romanzo di Tracy Chevalier la fantesca che versa il latte potrebbe essere anche Tanneke. Anzi, è assai probabile che fosse Tanneke, perchè era addetta alla cucina e perchè le era addirittura interdetto l'ingresso nell'atelier del pittore: come invece era concesso di fare a Griet.
Ma, per motivi subliminali, preferisco pensare che la mia lattaia e la lattaia di Vermeer fosse proprio lei: Griet, la donna che mesceva il latte indossando gli orecchini di perla.  

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