giovedì 21 agosto 2014

"Leggete il racconto, guardate come è vestita, guardate l'ambiente in cui è inserita e vedrete che è il quadro, non è la donna realmente esistita. Naturalmente questa non è una mistificazione, non è una frode di tipo letterario, è soltanto un gioco molto sottile che fa l'autore, cioè si tratta di una convergenza di due linee, di due linee narrative che procedono da direzioni opposte. Da un lato la volontà di recuperare qualcosa che è realmente esistito, perché una lattaia di questo tipo probabilmente è esistita, anzi, sicuramente è esistita a Coreno; dall'altro lato, però dall'età adulta arrivano le suggestioni, la consapevolezza culturale, il piacere della cultura, e - io direi - il bisogno della cultura. La cultura, il piacere estetico, la contemplazione dei quadri come necessità dell'anima, per sopravvivere in un mondo che probabilmente non è più soddisfacente."

 ( da Il critico letterario Roberto Tortora legge "Le stagioni della lattaia" )


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