lunedì 1 settembre 2014

LE MURA POLIGONALI DI SAN GIORGIO A LIRI E CASTELNUOVO PARANO


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Immersa nel verde della ricca vegetazione spontanea locale, la fortificazione in opera poligonale di Colle Santa Lucia e Colle Maceralonga si affaccia su uno scenario spettacolare,  dominando a perdita d’occhio la sottostante vallata del Liri-Garigliano. Raggiungibile con un agevole sentiero che si snoda tra i boschi locali, il circuito poligonale si offre agli occhi dei visitatori nella sua possanza strutturale e ben conservato nella sua integrità e unità perimetrale, tanto da assurgere ancora oggi a delimitazione catastale per i paesi di San Giorgio a Liri e Castelnuovo Parano.
Il sito, di grande interesse naturalistico e storico-archeologico, si presenta come un luogo di arroccamento e difesa degli insediamenti vallivi preromani gravitanti attorno alla Valle del Liri, perfettamente inserito in un sistema di intervisibilità con i circostanti centri fortificati d’altura. Ancora oggi si impone sul naturale corridoio di collegamento tra l’entroterra appenninico e il litorale tirrenico, palesando il suo ruolo di fondamentale punto di sbarramento per le popolazioni dirette verso il territorio storicamente assegnato agli Aurunci. 
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Una funzione molteplice svolta sin dal V secolo a.C., in concomitanza della pressione esercitata su quest’area da popolazioni osco-sannitiche, intensificatasi poi quando fu sottoposta alle mire espansionistiche sannite e romane; in seguito alla totale romanizzazione del Lazio meridionale le mura persero definitivamente il loro ruolo strategico e difensivo venendo abbandonate, come le altre fortificazioni limitrofe. All’interno della cerchia muraria sono attestati con continuità segni di frequentazione dall’età arcaica (VI-V secolo a. C.) fino all’epoca romana; si tratta di reperti testimoni di attività di conservazione e trasformazione degli alimenti, lavorazione della lana e dei metalli, fornaci e calcare. Nei pressi del circuito murario sorge la chiesa di Santa Lucia, attualmente allo stato di rudere ma segnalata sulla cartografia storica come punto di interesse religioso ancora  fino al XVIII secolo; la presenza di questo edificio cristiano lascerebbe ipotizzare la presenza di un più antico luogo di culto pagano.

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