domenica 3 maggio 2015

Dal mio prossimo libro di poesie: I dolori di un poeta prosastico.


Ho un cruccio, da qualche tempo.
Che differenza c’è fra poeticità e discorsività, ovvero prosasticità? 
Qualche sapientone paludato che ha letto, ritengo troppo frettolosamente, alcune mie poesie mi ha tacciato d’esser poco poetico e molto prosastico.
Per dirla tutta la verità, mi ha anche scritto che la mia poesia ...contiene delle immagini altamente evocative; che per me è un grosso complimento. 
Ad ogni modo, questa è la sintesi della sua lettura critica: 

"...se tu mi chiedi il parere, ti dico che le tue produzioni poetiche sono prosastiche, ma ricche di sentimenti e di aperture descrittive. Manca lo scarto linguistico tra il parlato quotidiano e il parlare della poesia. Non si snoda un percorso creativo che coniughi fantasia e sentimento e trasformi in arte le facoltà affettive comuni a tutti gli uomini che sanno anche scrivere normalmente e non in poesia i loro stati d'animo. Dove sta la simbologia, l'analogia, la metafora e gli altri elementi strutturali che fanno la differenza tra un testo poetico e una prosa poeticheggiante?

secondo alcuni sapienti, infatti, una scrittura piana, trasparente e senza trabocchetti sarebbe da classificare come prosa, e quelli che la praticano sarebbero solo scrittori prosastici, senza un briciolo di fantasia.
in tal modo, a mio modesto avviso, viene contrabbandata l’idea che la fantasia sia esclusiva peculiarità del linguaggio oscuro, cioè della poesia ermetica.
ma, allora, mi chiedo: può esserci una poesia in prosa? 
o la poesia vera è solo in rima? 
quella, per intenderci, fatta di sonetti e endecasillabi; esametri e ritmica caudata.

E, quindi, come giudicherebbe il critico di cui sopra questi tre esempi che metto di seguito?

Esempio n.1: 

Clochard

Giorni trascorsi di un cammino remoto
attraverso memorie di sorrisi perduti,
in cerca di vita mai dimenticata
di sogni da esplorare e da raccontare.
Smarrito nel nulla, un pensiero riemerge
il ricordo di lei riecheggia a fatica,
voci di strada colmano il vuoto
di un cuore ferito senza parole.
Impavido eroe che affronti il mistero
spinto dal vento senza riposo,
cercando risposte che non avrai
esplorando occhi senz'anima.
Mano del tempo che muovi il destino
speranza di un alba ancora da vivere,
vaghi nel mondo senza una meta
ma solo una storia ancora da scrivere
Non c'è giustizia né verità,
ma solo paure represse nel nulla,
un cammino verso la luce
nell'anima di chi ha dimenticato.
(Roberto Todini)

E di quest'altro esempio (il numero 2) ancora più clamoroso che direbbe?

Nulla è cambiato.
Il corpo trema, come tremava
prima e dopo la fondazione di Roma,
nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,
le torture c'erano, e ci sono,
solo la terra è più piccola
e qualunque cosa accada,
è come dietro la porta.

(Wisława Szymborska, Torture)

Il terzo esempio riguarda un'altro premio Nobel, Gabriela Mistral:


Dammi la mano 

Dammi la mano e danzeremo
Dammi la mano e mi amerai
come un solo fior saremo
come un solo fiore e niente più.
Lo stesso verso canteremo
allo stesso passo danzerai
Come una spiga onduleremo
come una spiga e niente più.
Ti chiami rosa e io speranza
ma il tuo nome dimenticherai
perché saremo una danza
sulla collina e niente più.


E quella che segue è una delle mie, tra l'altro, nemmeno una di quelle che mi piacciono di più!
Mi chiedo dove sia lo scandalo ...prosastico.

Ma, forse alla fine, ho capito!

Il critico mi conosce personalmente e sa che non ho vinto il Premio Nobel.
(Ancora!)


PIOVE STASERA

Piove stasera/
sulla vetta del monte petrella/
piove sulla stazione di emissione e 
sulle alte antenne/ 
piove sui pannelli solari/
piove a poca distanza dalla cima/
piove sulla piattaforma di atterraggio,

in cemento, per l'elicottero della manutenzione/
piove sulle querce robuste e sugli alti lecci/
sui carrubi rocciosi e sui roveri torti/
piove anche sui castagni 

sui tetti del vecchio borgo dell'antica spinei/
piove sulla malinconia e sui miei ricordi/
ma domani, forse, il tempo sarà sereno/

o, forse, farà freddo, ma non pioverà/
domani, finalmente, il tempo sarà bello/
il sole in cielo sorgerà.

Alla fine, caro amico lettore, che dire?

A nulla vale chiedere ai ...sapienti dove collocherebbero la cosiddetta “prosa poetica”: risponderebbero che non è la versificazione a distinguere la poesia dalla prosa e che anche la prosa poetica è... poetica quando costringe lo sfortunato lettore a penetrare col sesto senso nell’oscurità delle parole e a indovinare il “non-detto”, mentre, quando si capisce tutto alla perfezione, è piatta prosa... prosastica.

Così va il mondo o...così è se vi pare. Sic!

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