sabato 23 giugno 2012

Recensione del libro "Tre Diari" di Ingmar Bergman e Maria von Rosen.



Il libro-diario è molto bello, sebbene scritto con uno stile che risente delle tre "mani" diverse dei tre autori e non somigli affatto agli altri libri di cui Bergman è stato pure ottimo autore.
Qui lo stile, infatti, è volutamente più asciutto, quasi telegrafico, arido nella forma, niente affatto nei contenuti.
Mi risulta difficile fare una vera recensione letteraria dei "Tre diari", posso solo consigliare caldamente di leggerlo e con molta attenzione: da quelle righe fitte fitte escono, se le si sanno cavare, molte notizie estremamente utili alla conoscenza della biografia, dei rapporti familiari e interpersonali, dei sentimenti contrastanti, della carriera artistica, della psicologia del Maestro di Uppsala, della sua vita e delle scissioni più intime.
Pertanto mi limito a dire alcune cose, a fare alcune annotazioni, a raccontare alcune sensazioni che ho ricevuto da una prima famelica lettura (cui seguirà sicuramente un altra e un'altra ancora), mi paiono assai pertinenti e interessanti:
la prima è che pur muovendosi Bergman in territori e temi largamente, ma solo teoricamente, trattati nei suoi numerosi film:
la morte; l'aldilà; il trascendente; la fine drammatica della vita umana; il dolore fisico dell'uomo storico; etc. egli appaia inesorabilmente inadeguato a gestire praticamente l'emergenza pratica quotidiana;
la seconda è che sicuramente in una tale drammatica emergenza pratica quotidiana l'amore non basta, anzi, appaia quasi un ostacolo, alla sana gestione della malattia. Ci sarebbe bisogno, forse, di vera compassione e/ di maggiore altruismo, ma evidentemente anche un Genio può difettare di tali qualità;
la terza è che il vano tentativo di instaurare una routine quotidiana si scontra con la enormità, la gravità, la eccezionalità, la insesorabilità della malattia mortale;
la quarta è che sebbene le parole dei tre narratori significhino bene l'avvicinamento al "supremo momento" il "mistero" della vita e della morte non sarà mai svelato e nemmeno avvicinato.

SMR

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