lunedì 8 dicembre 2014

FAMMERA, MONTAGNA INCANTATA.

FAMMERA, MONTAGNA INCANTATA.




Vecchia montagna incanta,
che incombe sulla valle,
col petto squarciato.
Come osservassi impassibile,
i nostri peccati di uomini.
Mentre lanci il tuo lungo sguardo
fino alla frontiera lontana della Terra di Lavoro.
Fino al Massico, che hai di fronte.
Tu non avrai mai stracci da far volare,
o da nascondere alla vista.
Ma ci nascondi il sole, ogni santo giorno,
mentre aspetti che la luna pallida si alzi.
Poi ci nascondi anche quella.
Più alta di te, solo la pigra bellezza
di un cielo screziato di grigio e d'arancio.
Poi aspetti di inalare dall'aria
il profumo dei mandorli in fiore
e l'inebriante odore dei tigli.
In basso, ai tuoi piedi,
l'umile piatta rumorosa vallata,
con tutti i verdi cangianti
e i suoi aspri frutti,
La domini altezzosa,
restando sempre in silenzio.
Terra di uomini dannati alla morte,
terra ignorante di contadini grulli.
Continua a distrarci dai dolori del mondo,
dall'umana pazzia e dalla maledizione
delle pietre urlanti, più nemiche che amiche,
sempre in segreto maligno fermento.
Continua a guardare, dritto dritto,
nella nostra calca pazza.
Nella valle che era di un fiume,
oggi è popolata solo da viaggiatori ansiosi,
e passeggeri di mare, di sabbia e di sale.
Cambia pure i tuoi colori,
col sole feroce o sotto la pioggia battente,
ma non mutare mai forma.
E non andare mai via dai nostri occhi.

(SMR)

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